Il Consiglio di Stato ha ribaltato la sentenza del Tar, decretando nuovamente l’obbligo dei sensori ad angolo cieco per bus e tir.

Continuano i cambiamenti all’interno della città di Milano. Il capoluogo lombardo, al centro delle discussioni per via di un inquinamento sempre maggiore, questa volta è finito nel ciclone per via di un argomento che già in passato aveva rimbombato all’interno delle mura della metropoli: l’obbligo di utilizzo dei sensori ad angolo cieco per bus e tir.

Facendo un breve riassunto cronologico, i sensori ad angolo cieco erano stati inizialmente disposti da ottobre 2023 a seguito di tutta una serie di incidenti mortali che avevano visto coinvolte numerose vittime a causa della poca visibilità presente all’interno di alcune zone.

Successivamente il Tar della Lombardia aveva completamente ribaltato la sentenza, annullandola di fatto. Tale richiesta di cancellazione poggiava saldamente sul fatto che il Comune di Milano non avesse le competenze per disporre normative riguardo la circolazione stradale nell’ambito dell’ordine pubblico e sicurezza, in quanto solamente compito dello Stato.

Tuttavia, la decisione di annullare tale disposizione è stata completamente ribaltata dal Consiglio di Stato che, appellatosi al decreto legislativo n.285 del 1992, ha deliberato che i Comuni “possono decidere con ‘deliberazione della Giunta’ di delimitare le aree pedonali e le zone a traffico limitato tenendo conto degli effetti del traffico sulla sicurezza della circolazione, sulla salute, sull’ordine pubblico, sul patrimonio ambientale e culturale e sul territorio”.

A seguito di tale disposizione, il Comune di Milano ha dunque optato per imporre nuovamente l’obbligo di utilizzo dei sensori ad angolo cieco in una parte della città, l’Area B, in determinati orari e per specifici mezzi costituendo di fatto una “modalità di istituzione di una zona di traffico”.

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