Mi chiamo Alberto Brescini e sono un autotrasportatore della provincia di Roma. La mia è una piccola impresa composta da 10 mezzi, con la quale sono cresciuto nel tempo: opero nel settore dei trasporti da più di 30 anni ormai. Da quando ho avviato l’attività il lavoro è cambiato molto: all’inizio fare l’autotrasportatore era un impiego dignitoso, sicuramente pesante, ma il guadagno c’era. Lavoravo prevalente-mente nel sud Italia, più precisamente facendo la linea in Sicilia per la consegna di derrate alimentari refrigerate. Ai tempi non avevo difficoltà a trovare un carico per il viaggio di ritorno, la strada era pericolosa, i furti organizzati ai danni dei trasportatori facevano paura, ma il lavoro rendeva bene e ho continuato a farlo per anni. Col passare del tempo però, le cose sono cambiate e ho dovuto lasciare la tratta siciliana: sono aumentati i costi di gestione, i pedaggi autostradali, le tasse, il costo del lavoro e il prezzo del gasolio, mentre le tariffe per il trasporto sono rimaste ferme a circa 20 anni fa. Al giorno d’oggi non siamo più noi autotrasportatori a fare il prezzo del viaggio, perché la concorrenza spietata che si è venuta a creare con l’entrata nel mercato di aziende straniere che operano sottocosto, fa sì che sia il committente a condurre la trattativa. Le tariffe di riferimento ci sono, ma se non vengono effettuati controlli puntuali che ne verifichino il rispetto, rimangono solo un’indicazione sulla carta. Con queste condizioni, per noi autotrasportatori è sempre più difficile andare avanti, sia economicamente, sia moralmente, sia fisicamente: i camion diventano vecchi, gli autisti sono scontenti e noi imprenditori non abbiamo la possibilità di cambiare i mezzi e offrire condizioni migliori di lavoro. Al giorno d’oggi cerchiamo di fare tutto il possibile in proprio, per cercare di ridurre i costi, anche quando si tratta di riparazioni o soccorsi stradali, a qualunque ora del giorno o della notte. Ormai siamo costretti a tagliare costi dappertutto, è una lotta di sopravvivenza. Gli incentivi per il rinnovo mezzi non sono sufficienti e accollarsi la spesa di un camion nuovo è diventato troppo rischioso, il beneficio derivante dall’impiego del nuovo mezzo non è comparabile al costo d’acquisto: ci vogliono incentivi più cospicui e tassi d’interesse sui prestiti minori. In più, bisogna sempre controllare i consumi del gasolio che, ormai, è diventato uno dei costi tra i più incisivi. Infine, il lavoro è diventato più usurante per gli autisti che sono costretti a ore di attesa per il carico/scarico del mezzo sotto il sole, d’estate, e al freddo, d’inverno, spendendo la maggior parte delle ore di impegno fermi in coda sui piazzali delle azienda, senza che venga mai riconosciuta la sosta tecnica. © TN Trasportonotizie - Riproduzione riservata |