CCNL Assotrasporti: ritiro della patente di guida |
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2020 24 Agosto |
Secondo l’art. 43, legge 120/2010 Disposizioni in materia di sicurezza stradale, il datore di lavoro può licenziare per giusta causa, ai sensi dell’art. 2119 c.c., il lavoratore destinatario di un provvedimento di revoca della patente di guida. Invero, la disciplina legislativa si limita a prevedere che la revoca della patente per i gravi motivi ivi indicati “costituisce giusta causa di licenziamento ai sensi dell’articolo 2119 del codice civile”.
In via di principio, il licenziamento deve essere considerato di natura disciplinare e, come tale, assoggettato alla disciplina dell’art. 7, legge 300/1970 (statuto lavoratori), che prevede:
La serietà e gravità della sanzione estrema del licenziamento è giustificata dalla qualifica del lavoratore, autista o conducente, dalla revoca del documento di guida in caso di condanna penale per guida sotto l’effetto di alcol o di droghe.
IL CCNL Assotrasporti, nell’art. 43 Ritiro della patente di guida, stabilisce una diversa disciplina, per il caso meno grave del “ritiro” della patente, disponendo che il lavoratore dipendente o il socio lavoratore, che per qualsiasi motivo diverso dalla tossicodipendenza e alcolismo (su cui vedere il mio intervento qui) si veda ritirata la patente di guida e fosse perciò impossibilitato a svolgere la propria mansione, potrà essere destinato ad altri incarichi e, conseguentemente, percepirà la retribuzione equivalente al livello lavorativo nel quale verrà occupato o usufruirà di un periodo di aspettativa non retribuita, durante il quale non decorrerà la anzianità di servizio.
Si tratta, all’evidenza, di una posizione globale meno grave rispetto al caso di revoca della patente nelle ipotesi sopraddette, nelle quali non viene previsto un provvedimento espulsivo, essendo oltremodo fatto salvo il trattamento economico della categoria e qualifica di assegnazione, con la possibilità, però, di essere adibito a mansioni di rango inferiore a quelle originarie, sulla base della regola logica/giuridica del c.d. “male minore”.
L’impresa o la cooperativa, in caso di cessazione del termine della causa di sospensione della patente, dovrà ricollocare il socio o il lavoratore dipendente al “livello occupazionale ricoperto” entro trenta giorni.
Solo in caso di mancato assenso del socio lavoratore o del lavoratore dipendente all’offerta globale di cui sopra, ricollocazione o aspettativa, non sorretta da un “giustificato motivo oggettivo”, viene prevista in via automatica “l’immediata risoluzione del rapporto di lavoro” che, in base al tenore letterale del comma 3, dell’art. 43 CCNL, sembra addirittura prescindere dall’erogazione di una indennità di preavviso, considerato che la clausola contrattuale dispone che “restano salvi i diritti già acquisiti dal lavoratore, quali il TFR, prima del ritiro della patente”.
La cosa non deve stupire più di tanto, nella finalità generale di salvaguardia del posto di lavoro garantita dal contratto collettivo, che, a fronte di un rifiuto ingiustificato (ed incomprensibile) del soggetto interessato, contrario alla logica dell’intero sistema di salvaguardia della norma, fa seguire una risoluzione immediata ed automatica, senza necessità alcuna di una comunicazione da parte dell’azienda o cooperativa, la quale si limiterà a confermare per iscritto l’avvenuta risoluzione, precisando la data ed i presupposti contrattuali.
Non siamo in presenza, né di un licenziamento, né di dimissioni volontarie, essendo la struttura della norma sufficientemente equilibrata in modo da enucleare una soluzione che determina un contemperamento delle aspettative e delle posizioni dei soggetti contrapposti. Articolo di Pasquale Dui tratto dal TN 4/2020 anno XXII © TN Trasportonotizie - Riproduzione riservata
Venerdì 21 febbraio 2020 si terrà l’inaugurazione del viadotto “Madonna del Monte” sulla A6 Torino-Savona, con conseguente riapertura al traffico il giorno seguente. A tre mesi dal crollo parziale, verificatosi il 24 novembre 2019 per via di una frana causata dal maltempo e dalla successiva riapertura alla circolazione con doppio senso di marcia sulla carreggiata “superstite”, l’autostrada che collega Liguria e Piemonte tornerà percorribile in entrambe le direzioni con quasi due settimane di anticipo sul termine dei lavori previsto. “Accogliamo con favore questa buona notizia, che rappresenta un ulteriore esempio di intervento puntuale e risolutivo per il ripristino della viabilità” afferma Secondo Sandiano, Presidente di Assotrasporti e Vicepresidente vicario di Eumove, auspicando che si possa procedere con questa celerità anche per gli altri lavori previsti sulla rete italiana, ad esempio come nel caso del viadotto Cerrano sulla A14. Riaperto a inizio mese, seppur con talune limitazioni, nella notte di oggi lunedì 17 e di martedì 18 febbraio 2020 il tratto compreso tra Atri Pineto e Pescara nord che comprende il viadotto Cerrano verrà completamente chiuso al traffico in direzione nord dalle 22:00 alle 6:00 per consentire le attività di verifica sulle cerniere del viadotto. Nelle notti seguenti, di mercoledì 19 e giovedì 20 febbraio 2020, sarà chiuso il tratto tra Pescara nord e Atri Pineto in direzione sud dalle 22:00 alle 6:00. Buone notizie anche dal fronte Anas per la SS 20 del Colle di Tenda in Piemonte, per la quale è prevista a breve la ripresa dei lavori per il raddoppio del tunnel che mette in comunicazione la provincia di Cuneo e la Francia, dopo quasi tre anni di fermo del cantiere. Il colle rappresenta un importante collegamento tra Piemonte e Liguria, attualmente penalizzato dall’esistenza di una sola galleria percorribile a senso alternato di marcia e dai divieti di transito per i veicoli pesanti italiani. Nonostante il plauso per il completamento di un’opera e l’avvio dei lavori di altri cantieri, non bisogna dimenticarsi dell’emergenza in corso che interessa ponti, strade, gallerie e ferrovie del resto d’Italia. “L’attenzione sullo stato di salute delle infrastrutture italiane deve restare alta” continua Sandiano. “La situazione è ancora molto delicata, non si è ancora fatto abbastanza per garantire la sicurezza di chi viaggi su strade e ferrovie”. Se l’Ansfisa, l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali, non è ancora pienamente operativa, viene da chiedersi chi si stia occupando di verificare l’integrità delle infrastrutture per garantire gli standard minimi di sicurezza. Per cercare di rispondere a queste domande Assotrasporti sta richiedendo alla Prefetture italiane di conoscere la situazione nel loro territorio di competenza. In seguito alla lettera inviata al Governo il 17 gennaio scorso, contenente la richiesta di emanazione dello stato di emergenza per far fronte alla precarietà del sistema viario e ferroviario italiano, Assotrasporti ed Eumove, rappresentante da Secondo Sandiano, hanno raccolto il sostegno di altre associazioni. Pertanto, insieme a Berlino Tazza, Presidente di Confederazione delle imprese e dei professionisti Sistema Impresa, Alfonso Riva, Presidente di FAI Federazione Autonoleggiatori Italiani Trasporto Persone, Tommaso Cerciello, Presidente di Confederazione Nazionale Piccole e Medie Imprese, Giovanni Cicero, Presidente di Valore Impresa, Alessandro Franco, direttore di Federterziario Genova e Renzo Erbisti, Presidente di Azione nel Trasporto Italiano e CTLE Confederazione del Trasporto e della Logistica in Europa, si ribadisce l’invito rivolto a tutti i cittadini, politici, associazioni, enti e imprese a partecipare attivamente alla campagna “Salva Vite” e dare il proprio contributo per trovare una soluzione efficace a questa grave emergenza: iscrivetevi al nuovo gruppo Facebook “Stato emergenza strade e ferrovie per prevenire crolli e morti” per dare i vostri suggerimenti e inviare segnalazioni. Non dimenticate di seguire gli sviluppi della proposta sulla pagina dedicata, sui social, Facebook e Twitter, e sulle riviste TN TrasportoNotizie e GM GenteinMovimento. |