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La vita cambiata ai tempi del Covid-19 PDF Stampa E-mail
Mondo TN
2020
13
Aprile

È arrivato silenzioso e avvolgente come una serpe, poi si è manifestato in tutta la sua insidia. All’inizio credevamo che questo coronavirus fosse uno dei tanti virus periodici provenienti dalla Cina, che spaventano, ma poi passano. Insomma, pensavamo sinceramente che fosse un problema loro.

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Non è stato così e gradualmente, ma anche velocemente, è arrivato anche da noi e ha ribaltato in pochi giorni gli ottimismi di maniera anche di qualche epidemiologo “è una banale influenza, solo un po’ più diffusa”... No, non era così, la realtà ci ha dato un sonoro ceffone e ci ha costretto a invertire completamente gli stili di vita. Prima con le zone rosse della Lombardia e del Veneto, poi gradualmente come in una nuvola rossa che si espandeva, il “virus” ha catturato e trasformato la vita di tutto il Paese con nuovi connotati.

Chiusi in casa in una sorta di arresti domiciliari. Uscita consentita solo per particolari motivi: lavoro, spesa, stato di necessità. Poi mascherine, code ai supermercati, attenzione e spavento per lo starnuto e il colpo di tosse, nostro e degli altri.

Ma abbiamo riscoperto anche la forte italianità fatta di veri gesti di eroismo quotidiano dei medici, degli infermieri dei sanitari del 118 (Dio vi benedica, non finiremo mai di ringraziarvi!) ma anche le forze di polizia e i VF là fuori in prima linea per difenderci dalla espansione del virus, per bloccare la circolazione di quegli stolti che girano senza nessun valido motivo. Ma si è dovuti arrivare a questo dopo che fino a sabato 7 e domenica 8 marzo in piena pandemia, c’erano centinaia di giovani ammucchiati in assurde movide, e tante famiglie con bambini ammassate sul lungomare di Rimini e Cesenatico, tranquillamente seduti fitti fitti nei bar. Incredibile!

Poi è scattato il blocco totale anche se più attenuato di quello adottato dai cinesi. Loro nella regione di Wuhan hanno fermato tutte le attività e le uscite dai palazzi e grattacieli se non un paio di volte la settimana per fare spesa. Ogni cittadino è stato dotato di un codice che ne blindava i movimenti.

Da noi le misure sono un po’ meno rigide e speriamo si rivelino comunque efficaci. Ma ci sono aspetti positivi come conseguenza di questa pandemia? Sì, il Paese ha riscoperto il concetto di solidarietà, di sostegno reciproco: che belli quei canti della gente dai balconi nei rioni, con l’Inno nazionale gridato in coro, e le “canzoni un po’ stonate” ma calde e commoventi espressioni del nostro essere italiani. Unici con i nostri difetti, ma anche con tanti pregi!! Tutti calati in una sorta di preghiera laica comune, nel momento in cui perfino le chiese sono chiuse come neanche durante le due terribili guerre mondiali. Ma ci sono altri aspetti positivi? Certo.

La pandemia ha fatto capire a tanti giovani, che hanno tutto e tutti a disposizione, che non tutto è garantito e che le scuole possono rimanere improvvisamente vuote per settimane come mai è accaduto. E anche quel professore severo dopo un paio di settimane può cominciare a mancarti... Ha fatto capire ai ragazzi che i social sono utilissimi e fanno comunità, ma la “cagnara” dei tuoi compagni di scuola è tutta un’altra roba.

Ha fatto riscoprire il calore della famiglia a quelli che erano sempre in giro e avevano dimenticato di avere un coniuge. Abbiamo interrotto improvvisamente le nostre esasperate corse quotidiane per i nostri mille impegni. Ma non erano indispensabili...?

Ha fatto e fa fare bei mucchi di soldi ai produttori di mascherine, di amuchina (ma esiste veramente??) e di disinfettanti e saponi per le mani. E soprattutto ha fatto persino diminuire gli incidenti stradali e i morti sulle strade. Chiusi i locali, quasi azzerate le stragi delle notti del fine settimana e la sinistrosità in generale.

Nonostante tutti questi “benefici” caro coronavirus se ti togliessi di torno ci faresti un grande piacere! Siamo un popolo che non molla e questa esperienza ci rafforzerà! Ritroviamo compattezza! Intanto stiamo però assolutamente in casa!!

Torneranno le file! Non davanti ai supermercati, ma in auto per andare al mare, al lago e in montagna! E vedrete come ameremo anche le file in autostrada...!! Forza allora pensiamo positivo! E avanti!

Articolo di Giordano Biserni tratto dal TN 2/2020 anno XXII

© TN Trasportonotizie - Riproduzione riservata

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