Diminuzione di CO2 in Europa |
Mondo TN |
2019 09 Settembre |
Con l’Accordo sul clima di Parigi l’Unione europea ha preso impegni precisi in materia di riduzione delle emissioni di CO2.
Affinché questi impegni diventino realtà, tutti i settori produttivi saranno chiamati nei prossimi anni a contribuire, migliorando la propria efficienza in termini di rilascio di emissioni. L’ambizione di noi legislatori è che questa conversione avvenga in una maniera desiderabile, non solo per l’ambiente ma anche per l’economia. Per quanto riguarda il trasporto su gomma, lo scorso aprile abbiamo approvato in Parlamento europeo il primo regolamento europeo sulla riduzione delle emissioni di CO2 per camion e autocarri. Il testo colma un vuoto legislativo: prima di aprile le emissioni di CO2 e i livelli di efficienza dei carburanti dei veicoli pesanti non erano regolati a livello europeo, come invece accade da tempo negli Stati Uniti, in Canada, in Giappone, in India e in Cina. Il nuovo regolamento stabilisce che le emissioni di CO2 dei veicoli pesanti, come camion e autocarri, dovranno essere ridotte del 30 per cento entro il 2030, con un obiettivo intermedio di riduzione del 15 per cento entro il 2025, rispetto ai valori emessi nel 2019. Inoltre, sempre entro il 2025, i costruttori dovranno garantire che almeno il 2 per cento della quota di mercato delle vendite di veicoli nuovi sia costituita da veicoli a basse o a zero emissioni. Il nuovo regolamento ambisce sia a migliorare la qualità dell’aria sia a ridurre le emissioni di CO2. Per essere efficaci le nuove norme dovranno riuscire a far accelerare l’industria sul tema dei progressi tecnologici, perché è solo attraverso l’innovazione che il trasporto su gomma potrà avere un futuro sostenibile, in termini ambientali ed economici. Gli obiettivi che ci siamo posti richiedono poi una serie di azioni complementari. In primo luogo, è importante che l’Ue e i vari governi nazionali si adoperino per realizzare le infrastrutture, ancora mancanti, per rifornire i veicoli pesanti con carburanti o fonti di energia alternative (come apposite stazioni per i veicoli elettrici o per il gas naturale). Questo sforzo deve avvenire in maniera omogenea in tutto il continente: i camion a emissioni zero saranno “interessanti” solo se potranno viaggiare senza problemi sulle strade di tutta Europa. In secondo luogo, serve un intervento dal lato della domanda, con incentivi commerciali che invoglino gli autotrasportatori ad acquistare i nuovi modelli meno inquinanti. In terzo luogo, vanno sostenute anche soluzioni intermedie come i camion a GNL: per questi e per gli altri veicoli innovativi vanno al più presto rimosse le restrizioni esistenti in autostrada, come il divieto di circolazione notturna. Infine, ogni volta che ciò è possibile, bisogna puntare a favorire il trasporto intermodale, vera chiave di volta per un movimento di merci e persone più efficiente. Un progetto che richiede grandi investimenti infrastrutturali, su cui l’Europa punta già da anni con l’iniziativa delle reti di trasporto transeuropee. Questo approccio sarà sostenuto anche con la prossima programmazione finanziaria, che aumenterà le risorse a disposizione per completare progetti come il tunnel di base del Brennero. II tragitto verso una mobilità più sostenibile è ancora lungo. Dobbiamo fare (relativamente) veloce, certo, ma, soprattutto, dobbiamo fare bene. Articolo dell'On. Herbert Dorfmann, Eurodeputato PPE, tratto dal TN 4/2019 anno XXI © TN Trasportonotizie - Riproduzione riservata |