La sicurezza stradale in Europa Stampa
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Uno dei temi legato a quello decisivo dei trasporti e delle infrastrutture che impegnerà in futuro il Parlamento europeo, di cui sono membro in rappresentanza della LEGA dal 2019, sarà sicuramente quello della sicurezza stradale

incidente segnalatore

È un tema caldo. In base alle statistiche, le vittime della strada in Europa sono oltre 25.000 ogni anno, quasi 70 al giorno. I feriti, 125.000.

È vero che dal 2010 ad oggi, le vittime scendono ogni anno e che le strade d’Europa sono giudicate le più sicure al mondo, ma è anche vero, a proposito d’integrazione, di cui tanto si parla, che non esiste, ad esempio, un quadro normativo comune per le indagini dei più gravi incidenti stradali. Quella dei trasporti e quindi della sicurezza stradale, come sappiamo, è una competenza che si definisce concorrente: Europa, da un lato e Stati membri, dall’altro, possono adottare misure, ma se viene presa una decisione a livello europeo, questa prevale sulle decisioni nazionali, che da quel momento in poi non possono più contraddire le norme europee.

Allo stato, ci sono misure che derivano dalle disposizioni europee (le patenti valide e riconosciute nell’intera Europa; il controllo tecnico periodico delle auto; le infrazioni commesse dai non residenti, che possono essere perseguite grazie alla direttiva sullo scambio di informazioni), ma le decisioni più importanti dipendono ancora dalle legislazioni nazionali: i limiti di velocità; i livelli di alcool consentiti; le sanzioni; tutte le altre regole del codice della strada.

Questo è un primo nodo sul quale intervenire, perché determina una disparità di risultati tra gli Stati. In base alla statistica elaborata dall’istituto belga Vias Institute, l’Europa dell’Est è l’area geografica dove si contano il maggior numero d’incidenti mortali, che arrivano ad essere quasi 100 ogni mese, più del triplo rispetto alle nazioni più virtuose (Regno Unito, la Danimarca e la Svezia).

L’Italia è a metà classifica, poco dietro la Francia e il Belgio e davanti al Lussemburgo e al Portogallo. Nonostante questo, si deve amaramente registrare che il nostro Paese ha deciso di non entrare a far parte del gruppo dei 12 Paesi (Austria, Bulgaria, Francia, Grecia, Irlanda, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Spagna e Svezia) che nell’ottobre scorso, nell’ambito di un progetto finanziato dall’Unione europea, hanno firmato l’accordo per un piano comune.

Il gruppo dei Paesi è coordinato dall’ETSC (European Transport Safety Council). Per i prossimi 3 anni, gli esperti di ogni Paese metteranno sullo stesso tavolo le idee su limiti di velocità, costruzione di infrastrutture sicure e miglioramento della sicurezza di pedoni e ciclisti in città. Il progetto si fonda sull’obiettivo comunitario di riduzione del 50% degli incidenti mortali sulle strade tra il 2020 e il 2030.

C’è anche da registrare, negli ultimi mesi, un fatto positivo, sul quale i rappresentanti della Lega si sono molto impegnati. L’approvazione, nell’ottobre scorso, di una nuova direttiva in tema di sicurezza stradale, in parziale modifica della precedente normativa (Direttiva 2008/96/CE) sulla gestione della sicurezza delle infrastrutture stradali.

Prevede un approccio più sistematico al miglioramento della sicurezza di strade, gallerie e ponti. La disposizione ha l’obiettivo di ridurre gli incidenti stradali tramite una migliore progettazione e manutenzione delle infrastrutture e rientra nell’ambito delle iniziative Ue per dimezzare, entro il 2020, il numero di vittime della strada rispetto al 2010 e per avvicinarsi all'azzeramento degli incidenti mortali entro il 2050.

La nuova direttiva estenderà l'ambito di applicazione delle norme vigenti alle autostrade e alle altre strade principali, alla rete transeuropea di trasporto (TEN-T) e alle strade al di fuori delle aree urbane costruite utilizzando fondi dell'Ue. Il Consiglio introduce l’obbligo per gli Stati membri di effettuare una valutazione della sicurezza stradale almeno ogni cinque anni al fine di valutare il rischio di incidenti.

Gli esiti delle valutazioni saranno utilizzati dalle autorità per effettuare ispezioni di sicurezza stradale più mirate o procedere a interventi correttivi diretti. Le prime sono attese entro il 2024. Come si può constatare, il tema della sicurezza stradale è ricco e articolato e incide fortemente sul buon andamento dei trasporti di uomini e merci nel territorio europeo e, quindi, sulla crescita e lo sviluppo del continente.

Articolo dell'Europarlamentare Gianantonio Da Re tratto dal TN 1/2020 anno XXII

L'articolo è stato redatto prima che si verificasse l'emergenza sanitaria per il Coronavirus. 

© TN Trasportonotizie - Riproduzione riservata

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Per chi è diretto verso Ancona o Padova da Firenze, deve uscire a Bologna Casalecchio seguire l'asse attrezzato per Bologna, con rientro all' entrata n.4 della tangenziale.

Articolo di Davide Calvi tratto dal TN 5/2019 anno XXI

Per le provenienze da Padova e Ancona con direzione di Firenze, uscire a Bologna Borgo Panigale, prima uscita per Bologna centro, con rientro all'entrata 2 tangenziale.

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