Trasporto di materiale radioattivo: obblighi e doveri Stampa
Mondo TN
2020
06
Ottobre

Data la sua pericolosità, il trasporto di materiale radioattivo è soggetto a obbligo e doveri da parte dell'azienda trasportatrice e dell'autista. 

Camion ADR

L’accordo ADR prevede classi di rischio di cui due sono dette classi speciali quali la classe 1, cui rientrano tutte quelle materie che per loro natura o loro destino hanno in comune l’esplosività, e alla classe 7, che comprende tutte le materie che hanno in comune la radioattività. Quest’ultima classe è un trasporto diffuso; si pensi al campo della medicina che prevede per alcune cure particolari l’uso di materiali radioattivi o ai rifiuti prodotti dopo l’uso di queste materie, considerati radioattivi.

Le materie radioattive hanno come unità di misure Il Curie (CI), l’unità standard più vecchia, che corrisponde a 3.700x1010 disintegrazioni nucleari per secondo.

L’unità SI (Sistema internazionale di misura) è il Becquerel (Bq), corrisponde ad 1 disintegrazione per secondo.

Questo tipo di trasporto, deve essere fatto con molta accortezza; infatti, i mezzi da utilizzare devono avere delle carrozzerie particolare per schermare gli elementi radioattivi anche in caso di incidente stradale. 

Le materie radioattive possono presentarsi sotto forma di pastiglie contenute in appositi contenitori di piombo, ma anche in forma liquida, trasportati in fiale, sempre contenuti in imballi in piombo.

Ai conducenti viene richiesto una formazione particolare in quanto non basta il Cfp, certificato di formazione professionale, detto comunemente patentino Adr, comune a tutti coloro che conducono un mezzo che trasporta merci pericolose, ma anche la specializzazione in radioattivi, della classe 7.

A questi conducenti deve essere fatta anche una formazione aggiuntiva del consulente Dgsa, sulle procedure di caricamento e scarico dei materiali e soprattutto devono essere istruiti in merito a come comportarsi in caso di incidente stradale o fuoriuscita di queste materie.

Per questo motivo, le aziende specializzate in questo tipo di trasporto sono rare e molto ben organizzate e il loro personale, a prescindere dalle mansioni svolte, è tenuto a svolgere periodicamente sia corsi di formazioni che visite mediche per attestarne lo stato di salute.

In Italia non è previsto un contratto specifico per questo tipo di ingaggio, trovando applicazione quello comune al contratto trasporto. È auspicabile pertanto che gli stipendi siano maggiori, visto il tipo di rischio e di responsabilità che cui si va incontro.

Articolo di Creso Scapolan tratto dal TN 5/2020 anno XXII

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Per quanto riguarda più nello specifico le condizioni di lavoro dei conducenti, si è concordato che il trasportatore sarà tenuto a organizzare gli orari di lavoro dei conducenti in modo che questi possano tornare al proprio domicilio almeno una volta ogni quattro settimane o, se il conducente sceglie di prendere due riposi settimanali ridotti, dopo tre settimane sulla strada.

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