Infrastrutture: la sicurezza è alla base della mobilità Stampa
Mondo TN
2018
21
Novembre

La mobilità ha un influsso importante sulla vita quotidiana dei cittadini e dà lavoro direttamente a oltre undici milioni di persone.

infrastruttureSi tratta tuttavia di un settore che sta attraversando una serie di trasformazioni tecnologiche, economiche e sociali, il cui ritmo sta accelerando.

Come Parlamentare Europea, membro della Commissione Trasporti, sto lottando e mi sto impegnando per garantire che i lavoratori stradali siano dotati di maggiori diritti e tutele, eliminando così la logica di schiavitù che domina nel settore dei trasporti su strada, ma anche per rendere tale settore compatibile con le esigenze ambientali ed economiche che il mondo odierno ci chiama ad affrontare.

Al momento sto portando avanti queste battaglie in quanto Relatrice di due Direttive, quella sulla Sicurezza delle Infrastrutture Stradali (RISM) e quella sul Trasporto Combinato.

Ho deciso di propormi come Relatrice per la prima Direttiva in quanto la sicurezza delle infrastrutture stradali è un elemento necessario da prendere in considerazione quando si parla di mobilità, tuttavia noto che non c’è abbastanza consapevolezza riguardo a questo aspetto.

Infatti, una maggiore cognizione e capacità di azione permetterebbero di evitare tragedie come quella accaduta a Genova con il crollo del ponte Morandi nell’agosto 2018, che ha visto la morte di oltre 40 persone che si sarebbe
potuta evitare con facilità, così come gli incidenti che continuano a susseguirsi in varie parti d’Europa.

L’approccio da adottare in materia di sicurezza dell’infrastruttura, la qualità della segnaletica orizzontale e della segnaletica stradale, la protezione degli utenti vulnerabili, le prestazioni strutturali sono tutti elementi chiave che devono essere affrontati e rafforzati in termini di controlli e verifiche.

È pertanto necessario monitorare costantemente lo stato della sicurezza in tutte le fasi, al fine di prevenire il
rischio di incidenti e raggiungere in maniera più efficiente ed efficace possibile gli obiettivi che l’UE si è prefissata per il 2050, ovvero raggiungere zero vittime nell’UE relativamente agli incidenti stradali.

Invece, per quanto riguarda la Direttiva sul Trasporto Combinato quello che mi ha spinto ad assumere il ruolo di Relatrice è stato il potenziale di riduzione degli impatti negativi del trasporto merci su strada, in particolare un migliore utilizzo dei modi di trasporto a basse emissioni (vie navigabili interne, marittime e ferroviarie) e la promozione del trasporto intermodale.

Il trasporto merci su strada, infatti, ha continuato a crescere, a causa della globalizzazione e della maggiore necessità di trasportare merci e si prevede che continuerà a crescere ulteriormente da qui al 2050.

Perciò, l’UE si è prefissata di poter trasferire entro il 2030 il 30% del trasporto merci su strada oltre i 300 chilometri verso altri modi di trasporto e oltre il 50% entro il 2050, e io spero con il mio lavoro di poter favorire il raggiungimento di tali obiettivi.

Il lavoro per entrambe le Direttive è a un punto di svolta e se tutto andrà come spero si potrà iniziare la loro
implementazione già da dopo le feste di Natale in modo da dare loro piena attuazione nel più breve tempo possibile.

Articolo di Daniela Aiuto tratto dal TN 6/2018 anno XX

© TN Trasportonotizie - Riproduzione riservata

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