Sviluppo sostenibile: carburanti alternativi Stampa
Tecnologia
2018
16
Novembre

Di recente sono intervenuta all’inaugurazione del nuovo impianto di gas liquido per mezzi pesanti nella stazione di rifornimento LNG Sadobre, a Bolzano, cui è seguita la consegna di due nuovi camion LNG Iveco alla Fercam. Non è stata una iniziativa come tante altre, ma una giornata importante per l’autotrasporto e la logistica in Italia. 

 

sostenibileUna giornata in cui abbiamo dimostrato di essere in linea con le richieste dell’Europa in tema di sostenibilità e che gli sforzi profusi in questi anni vanno nella giusta direzione.

In Europa la parola chiave quando si parla di politica energetica, politica infrastrutturale e politica dei trasporti è una sola: sostenibilità. Salute, ambiente e sviluppo economico devono viaggiare su binari paralleli. 

Al Parlamento europeo stiamo discutendo il piano d’azione, proposto dalla Commissione europea, che prevede un utilizzo più ampio possibile dei carburanti alternativi.

Vi sono dei target: entro il 2025 finalizzare la rete di ricarica per carburanti alternativi lungo le reti TEN-T (le reti Transeuropee, TEN, di trasporto, T - N.d.R.).

Questo richiederà molti sforzi di investimento sia pubblico che privato. Anche nella nuova programmazione finanziaria 2021-2027 del fondo Meccanismo per collegare l’Europa, che si occupa di finanziamenti nel campo dei trasporti e delle infrastrutture, stiamo prevedendo stanziamenti per questo fine.

Abbiamo chiesto anche di finanziare laddove vi siano sinergie, come nel caso di questo tipo di infrastrutture, che coinvolgono sia i Trasporti che l’Energia. Ci saranno quindi nuovi tipi di fondi previsti.

L’Europa ha, infatti, la necessità di accelerare la transizione verso una economia a basso utilizzo di carboneIl piano d’azione della CE vuole migliorare i quadri nazionali messi in atto dalla direttiva 2014/94/EU sulle infrastrutture di carburanti alternativi e lo fa anche mettendo sul piatto altri 800 milioni di euro aggiuntivi dal Meccanismo per collegare l’Europa da adesso al 2021 proprio per questo scopo.

Va detto che l’Italia fa parte degli Stati membri più virtuosi che hanno implementato la normativa. Mi sto impegnando anche per far capire all’Europa che non esiste solo l’elettrico e che se tutti iniziassimo a utilizzare solo veicoli elettrici, non ci sarebbe una reale diminuzione del CO2 visto che non sappiamo come viene prodotta quell’energia elettrica (dal carbone spesso).

Abbiamo bisogno di un periodo di transizione in cui si utilizzino quei carburanti che, anche se di origine fossile, hanno un impatto molto inferiore sull’ambiente rispetto al petrolio. Sono contenta quindi che proprio l’Italia, finalmente non sia il fanalino da coda, ma un esempio a cui guardare. 

Articolo di Isabella De Monte tratto dal TN 6/2018 anno XX

© TN Trasportonotizie - Riproduzione riservata

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