La protesta dei "gilet galli" Stampa
Estero
2018
10
Dicembre

Sabato 17 novembre 2018 i francesi si sono mobilitati per manifestare contro il caro-carburante.

gilet-gialloNonostante fossero previsti disagi per gli automobilisti e gli utenti della strada in genere, la violenza dei cortei ha causato un morto e oltre 400 feriti.

Questa protesta, di fatto, rappresenta la risposta all’azione che l’esecutivo Macron ha approvato come misura per contrastare l’inquinamento atmosferico.

Gli automobilisti, autobattezzatisi “gilet gialli”, hanno continuato a scendere in piazza anche nelle settimane a seguire, scontrandosi violentemente con la polizia.

Secondo il Ministro dell’Interno Christophe Castaner, nella quarta gioranta di protesta (sabato 8 dicembre
2018) ai cortei hanno partecipato un totale di 125 mila persone e ci sono stati 179 feriti e 1.385 manifestanti
fermati dalla polizia, di cui 975 sono stati arrestati.

Ad oggi la polizia ha comunicato di aver effettuato 4.523 arresti e 4.099 fermi nell’arco delle quattro giornate (fonte: Pars Today).

Secondo un sondaggio del quotidiano d’oltralpe Le Figaro, effettuato a pochi giorni dalla prima giornata di
protesta, il 76% dei francesi si schiera contro l’aumento del prezzo del carburante.

Il pessimismo dei cittadini, infatti, è dato per lo più dalla diminuzione del potere d’acquisto conseguente la
manovra.

Il Governo ha quindi risposto spiegando che il caro-carburante prevede l’allineamento della tassazione del
gasolio a quello della benzina.

Il risultato è un aumento di 4 centesimi per litro di benzina e di 7 centesimi per litro di gasolio alla pompa (fonte Le Figaro).

A questo, si aggiunge un ulteriore aumento causato dal costo del petrolio.

Da inizio anno, infatti, il prezzo del greggio ha subito un aumento costante e, nonostante il calo registratosi nei primi giorni di novembre, la spesa per il pieno è rimasta invariata.

All’inizio di gennaio 2018, il petrolio di Brent North Sea è salito a 66$/barile, raggiungendo quota 86$/barile
(3 ottobre 2018), prima di ridursi ai circa 71$/barile l’8 novembre 2018.

Per questo, il Ministro della Transizione Ecologica François de Rugy sta lavorando con le compagnie petrolifere per assicurarsi che la contrazione del greggio si traduca anche in una diminuzione del prezzo finale del carburante.

Alle accuse lanciate dai cittadini, anche tramite video e post sui social, l’Eliseo ha risposto ribadendo che non tratta di un complotto contro gli automobilisti, ma di azioni volte a diminuire l’utilizzo dell’auto quando non necessario e, allo stesso tempo, promuovere l’acquisto di mezzi più ecologici, per i quali dovrebbero venir stipulati accordi con le case automobilistiche.

Inoltre, per le famiglie a basso reddito, l’aumento dovrebbe essere compensato da un voucher energia di 150€, che il prossimo anno dovrebbe raggiungere quota 200€.

Lo sfogo web degli automobilisti si è poi allargato, andando a colpire anche “la foresta di radar” installati sulle strade francesi, viste come un sistema per far cassa dell’Amministrazione Pubblica a spese dei cittadini.

In un video risposta, il Segretario di Stato Emmanuelle Wargon afferma che i proventi delle multe emesse dagli autovelox sono interamente investiti nella sicurezza stradale.

Dopo l’ultima giornata di protesta avvenuta sabato 8 dicembre 2018, Macron ha annunciato misure
straordinarie per placare la rabbia dei gilet gialli e scongiurare l’ennesima giornata di protesta.

Lunedì 10 dicembre il Presidente Francese ha tenuto un discorso in diretta nazionale criticando la violenza
delle manifestazioni e, allo stesso tempo, impegnandosi ad aumentare di 100€ mensili lo stipendio minimo,
detassare gli straordinari e i premi di fine anno, ridurre le tasse ai pensionati.

Basteranno queste promesse a calmare la collera dei gilet gialli? Per il momento i manifestanti sono divisi: una parte riconosce che ci sono stati progressi, mentre la controparte dichiara “troppo poco, troppo tardi”.

© TN Trasportonotizie - Riproduzione riservata

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