Autotrasporto ortofrutta, colpo grosso contro la mafia Stampa
Cronaca
2015
21
Luglio

Colpo grosso contro le infiltrazioni mafiose nel trasporto di prodotti agroalimentari. Arresti e sequestri in Campania, Lazio e Sicilia.

Mafia Dia

I clan erano riusciti a riconquistare il monopolio del trasporto ortofrutticolo imponendo i loro vettori per il trasporto in diverse regioni, non solo in Campania.

Era partita nel 2014 l'inchiesta che ha portato alla luce le modalità di infiltrazione dei clan Casalesi e Mallardo nel sistema di trasporto su gomma dei prodotti agroalimentari commercializzati nei principali mercati ortofrutticoli della Campania, della Sicilia e del Lazio.

Stamattina sono scattati venti arresti nelle due cosche: i soggetti coinvolti sono ritenuti responsabili di associazione mafiosa, illecita concorrenza con minaccia, violenza ed estorsione sono state arrestate durante un'operazione condotta dal centro operativo Dia (Direzione investigativa antimafia) di Roma, coadiuvato dalle Articolazioni Dia di Napoli, Salerno, Palermo, Caltanissetta, Catania e Bologna dopo un'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip del tribunale di Napoli su richiesta della locale Dda.

I due clan, secondo la ricostruzione delle forze dell'ordine, imponevano ai commercianti i vettori da utilizzare, riconducibili a società di loro proprietà o comunque a loro riconducibili, ledendo il sistema della libera concorrenza.

Nell'ordinanza cautelare il Gip ha ripercorso le fasi dell'indagine partita 5 anni fa, che aveva svelato il sistema con cui il clan dei Casalesi, servendosi di Costantino Pagano, espressione del gruppo Schiavone-Del Vecchio e proprietario de 'La Paganese trasporti' aveva imposto il suo monopolio sul trasporto delle merci dei mercati ortofrutticoli di Fondi, Catania, Palermo, Gela e Giugliano in Campania.

Quell'indagine aveva già portato all'arresto di decine di imprenditori e altri soggetti legati ai Casalesi e a Cosa nostra, che si erano alleate per dividersi il mercato. Ma i clan non si erano fermati, e dopo gli arresti avevano provato a riorganizzarsi. La presenza mafiosa era assicurata dalla ditta individuale di Libero Frontoso, fratello di Salvatore (arrestato precedentemente perché collaboratore di Costantino Pagano). Frontoso era riuscito a subentrare alla 'Paganese trasporti', assicurandosi tutti i suoi clienti, e per gestire l'attività aveva siglato un accordo con la Ita, attiva in provincia di Salerno.

Luigi Terracciano, arrestato nell'operazione del 2010 e rilasciato nel 2012, assunse il controllo dei trasporti in Calabria, attraverso la ditta Frontoso relegando a un ruolo marginale la Ita. Frontoso e Terracciano erano dunque riusciti a mantenere i rapporti saldi con i siciliani, mentre il mercato ortofrutticolo di Giugliano in Campania era progressivamente passato dalle mani dei casalesi a quelle dei Mallardo.

"Il dato complessivo emergente dall'ordinanza cautelare - si legge nella nota a firma del procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli - è quello di un mercato totalmente sottratto alle leggi della libera concorrenza, dove non è consentito a chiunque di operare, né è ammesso l'accesso a operatori commerciali che volessero praticare prezzi concorrenziali per accaparrarsi fette di mercato".

Contestualmente ai venti arresti, è stato eseguito il sequestro preventivo in Campania, Lazio e Sicilia delle società di trasporti, dei mezzi coinvolti e dei beni immobili a esse riconducibili, valutati in diversi milioni di euro.

(Fonte: LaPresse)

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