Intermodalità e logistica integrata nel PNRR Stampa
Istituzioni
2021
16
Giugno

Il sistema italiano dei trasporti ha svolto un ruolo egregio e stoico durante tutto il periodo Covid-19, lockdown inclusi, permettendoci di avere sempre, in ogni luogo, le merci desiderate. 

sostenibile

Il non essersi mai fermati, però, non significa che il comparto non abbia subito ripercussioni dalla pandemia. Il suo rilancio passa dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) che all’intermodalità e alla logistica integrata dedica un intero capitolo della Missione 3, destinando 360 milioni di euro.

I progetti riguardano innanzitutto interventi di riforma dei porti che, insieme agli investimenti previsti con i fondi nazionali, sono finalizzati a garantire l’intermodalità con le grandi linee di comunicazione europee, sviluppando collegamenti con i traffici oceanici e con quelli intermediterranei.

L’obiettivo è aumentare la dinamicità e la competitività del sistema portuale italiano, riducendo al contempo le emissioni climalteranti. Si punta ad aumentare il volume sia dei passeggeri, che nel 2019 si attestavano a 56 milioni di cui 12 da navi da crociera, sia delle merci, nel 2019 pari a 479 milioni di tonnellate. La creazione di posti di lavoro riguarderà non solo le aree portuali ma anche l’entroterra, stimolando lo sviluppo economico a livello locale e nazionale.

Agiremo sulle semplificazioni delle procedure di autorizzazione anche per gli impianti di cold ironing, ovvero per la realizzazione di infrastrutture finalizzate alla fornitura di energia elettrica da terra alle navi durante la fase di ormeggio.

Attueremo, infine, il regolamento sull’aggiudicazione competitiva delle concessioni nelle aree portuali, ridefinendone le condizioni della durata, i poteri di vigilanza e controllo, le modalità di rinnovo, il trasferimento degli impianti al nuovo concessionario al termine della concessione e l’individuazione dei limiti minimi dei canoni a carico dei concessionari.

Ma è sull’intermodalità e la logistica integrata che verranno investite le risorse: 250 milioni di euro saranno dedicati alla digitalizzazione della catena logistica e 110 milioni all’innovazione digitale dei sistemi aeroportuali. La digitalizzazione dei sistemi logistici avrà un rilevante ruolo di rilancio grazie all’utilizzo delle soluzioni tecnologiche innovative volte ad efficientare il sistema e a ridurre l’impatto ambientale. Le infrastrutture logistiche saranno concepite come un unicum di nodi e reti, adeguatamente interconnesse, che consentono una movimentazione dei carichi quanto più possibile fluida e priva di “colli di bottiglia”.

Ciò è possibile solo attraverso un’efficace opera di digitalizzazione per garantire: procedimenti “just in sequence”; “industrializzazione” della catena di trasporto tra aeroporti, porti marittimi, dry ports; modularità e standardizzazione necessaria per gestire grandi numeri di merci sbarcate nei porti.

La rivoluzione digitale e il correlato aumento di produttività saranno legati ad altri investimenti significati del PNRR che mirano a portare banda larga e 5G nei nodi principali della catena logistica. Si punta a superare criticità come l’eccessiva burocrazia nelle procedure, ancora fortemente dipendenti da documentazione cartacea, il mancato avvio effettivo dei processi di semplificazione normativa, la frammentazione dei sistemi informatici implementati dai vari enti e attori della catena logistica nonché i tempi di attesa per il carico/scarico delle merci e per i consueti controlli che risultano non competitivi rispetto ad altri paesi europei.

Questi investimenti aumenteranno la competitività logistica nazionale grazie alla realizzazione di un sistema digitale interoperabile tra attori pubblici e privati per il trasporto merci e la logistica, in grado di semplificare procedure, processi e controlli puntando sulla de-materializzazione dei documenti e lo scambio di dati e informazioni. Infine, sarà favorita la transizione digitale delle imprese del settore.

I progetti di innovazione digitale dei sistemi aeroportuali riguarderanno, invece, la realizzazione di infrastrutture cloud e virtualizzazione delle infrastrutture operative nonché la definizione di un nuovo modello di manutenzione oltre alla condivisione sicura delle informazioni.

Articolo di Emanuele Scagliusi tratto dal TN 3/2021 anno XXIII

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