Accorpamento PRA-Motorizzazione, una riforma necessaria Stampa
Istituzioni
2015
26
Ottobre

Pubblico registro automobilistico e Motorizzazione civile, ecco le ragioni che rendono necessaria una riforma per la fusione degli archivi.

ArchivioPubblichiamo di seguito il contributo che l’On. Arianna Spessotto, membro della IX Commissione ai trasporti alla Camera, ha inviato alla nostra redazione.
La Deputata porta alla nostra attenzione un tema di grande rilevanza, la riforma che dovrebbe portare alla fusione di PRA e Motorizzazione, o almeno dei rispettivi archivi.
Una riforma non più rinviabile, per superare l’anomalia, tutta italiana, fondata sulla coesistenza di due diversi enti chiamati a svolgere analoghe funzioni di raccolta e controllo delle informazioni in materia di circolazione dei veicoli.

Forse non tutti sanno che l’Italia è l’unico Paese al mondo in cui vige un assai curioso sistema di gestione dei dati degli autoveicoli, basato sull’esistenza di due registri telematici differenti ma del tutto analoghi per funzionalità: l’Archivio nazionale dei veicoli (ANV), che fa capo alla Motorizzazione, e il Pubblico registro automobilistico (PRA), gestito dall’ACI.

Un doppione di procedure, di strutture e soprattutto di costi, rimasto fino ad oggi intoccabile, nonostante le evidenti criticità insite nel sistema di doppia registrazione attualmente vigente.

Mentre i dati contenuti nell’Archivio nazionale, gestito dallo Stato, rappresentano l’unica fonte informativa ufficiale per le forze di polizia nazionali (e dell’intero territorio comunitario), le informazioni contenute nel PRA, riportando dati relativi alla trascrizione della proprietà, costituiscono, di fatto, un sottoinsieme di quelli già contenuti nell’Archivio della Motorizzazione.

La conseguenza di questo sistema è che, ai fini della circolazione su strada, sia i veicoli soggetti a trascrizione nel Pubblico registro automobilistico, sia quelli esenti da tale regime, sono comunque tenuti all’iscrizione nell’Archivio nazionale dei veicoli.

Ciò significa che per ogni singola operazione inerente, per esempio, l’immatricolazione di un’auto o la rottamazione, il cittadino-automobilista deve interfacciarsi con entrambi gli enti e pagare due volte i diritti di motorizzazione, sia al Ministero sia al PRA.

A questi due distinti registri gestiti da Motorizzazione e ACI, si affiancano inoltre due documenti, entrambi obbligatori per ogni singolo veicolo in circolazione: stiamo parlando della Carta di circolazione, rilasciata dalla Motorizzazione, e del Certificato di proprietà, rilasciato dall’ACI in occasione della immatricolazione o del trasferimento di proprietà del veicolo.

In termini di costi per l’utenza, è sufficiente ricordare che per un Certificato di proprietà il cittadino si trova a pagare oggi 27 euro, oltre ai 9 euro richiesti per la Carta di circolazione.

Mentre la Carta di circolazione costituisce l’unico documento necessario ai fini della legittimazione alla circolazione, nazionale ed internazionale, e dell’esportazione e re-immatricolazione all’estero, il certificato di proprietà non è un documento utile per la circolazione del veicolo, dal momento che viene utilizzato soltanto in caso di vendita o cancellazione del veicolo dalla circolazione e non possiede valore probatorio assoluto.

È di tutta evidenza come le criticità sopra descritte richiedano, con urgenza, un ripensamento complessivo del funzionamento di tale sistema, unico nel panorama europeo ed extraeuropeo, da cui deriva questo insostenibile raddoppiamento di procedure, strutture e costi per l’utenza.

Come ha fatto notare di recente l’ex Commissario straordinario per la revisione della spesa pubblica Carlo Cottarelli, l’unificazione degli archivi telematici ANV e PRA presso il Ministero, produrrebbe a tariffe invariate, un immediato nuovo introito per lo Stato pari a circa 190 milioni di euro all’anno. Un risparmio che, anche depurato dai costi di gestione rinvenienti dall’attribuzione di nuove funzioni alle strutture centrali e periferiche del Ministero, genererebbe comunque un saldo di bilancio di gran lunga positivo rispetto alla situazione attuale.

Fino ad oggi i tentativi di riforma, nel senso dell’accorpamento tra ACI e Motorizzazione sono tutti falliti, in assenza di una reale volontà politica, da parte della maggioranza di Governo, che spingesse per un effettivo superamento dell’attuale assetto normativo. 

Il MoVimento Cinque Stelle da anni sta portando avanti una vera e propria battaglia in Parlamento per arrivare all’unificazione dei due registri e alla promozione di un unico documento di circolazione, scontrandosi con gli interessi forti di chi non vuole cedere parte delle proprie prerogative.

Stiamo inoltre lavorando ad una proposta di legge che vada nella direzione di una semplificazione amministrativa e di riduzione di inutili costi per la comunità, proposta che a breve verrà caricata sul portale del M5S “lex” per raccogliere suggerimenti e commenti da parte dei cittadini.

L’esigenza di superare al più presto tale anomalia, tutta italiana, fondata sulla coesistenza di due enti distinti che svolgono entrambi funzioni di raccolta e di controllo delle informazioni in materia di circolazione, non è più procrastinabile ed è giustificata da evidenti ragioni di razionalizzazione del sistema, oltre che di conseguimento di immediati risparmi di spesa a favore degli utenti e della pubblica amministrazione.

© TN Trasportonotizie - Riproduzione riservata

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