Caro-traghetti: la protesta si ferma Stampa
Normativa
2020
08
Gennaio

Si è tenuto nel pomeriggio di martedì 7 gennaio 2020 l'incontro presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con gli autotrasportatori per affrontare il problema del caro-navi.

Camion

Come già annunciato in precedenza, gli autotrasportatori siciliani si sono fermati in segno di protesta a partire dalle ore 7.00 del 7 gennaio, bloccando diversi porti dell'isola. 

La protesta ha interessato anche il porto di Olbia e scaturisce dall'aumento dei prezzi dei traghetti del 20-30% a partire dal 1° gennaio 2020. 

Il caro-traghetti è una conseguenza della misura imposta dall'IMO, l'International Maritime Organization, per ridurre l'inquinamento delle autostrade dei mari.

Per rispettare il nuovo limite di zolfo dello 0,5% presente nell'olio combustibile (in precedenza era 3,5%) le navi dovranno essere dotate di un dispositivo per la pulizia del gas di scarico o passare a combustioni alternative come il GNL. Pertanto, per affrontare questi costi, i vettori si sono visti obbligati ad aumentare le tariffe che, inevitabilmente, finiscono a gravare sugli autotrasportatori

All'incontro hanno partecipato la Ministra Paola De Micheli e il viceministro Giancarlo Cancelleri per fare il punto della situazione e valutare le soluzioni possibili affinché i costi di adeguamento alla normativa non gravino esclusivamente sugli autotrasportatori. 

Nel frattempo, si è tenuto un confronto anche in Regione Sicilia che ha portato alla sospensione della protesta. La Regione si impegna a portare al Governo la richiesta di ristoro a causa dei disagi causati dalla chiusura della A19 Palermo-Catania e di ridurre l'impatto sull'autotrasporto per il caro-traghetti, ad esempio, estendendo il Mare bonus agli armatori. 

L'incontro con il Governo è previsto per la prossima settimana. 

© TN Trasportonotizie - Riproduzione riservata

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Per quanto riguarda più nello specifico le condizioni di lavoro dei conducenti, si è concordato che il trasportatore sarà tenuto a organizzare gli orari di lavoro dei conducenti in modo che questi possano tornare al proprio domicilio almeno una volta ogni quattro settimane o, se il conducente sceglie di prendere due riposi settimanali ridotti, dopo tre settimane sulla strada.

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