CCNL Assotrasporti: tossicodipendenza e alcolismo Stampa
Normativa
2020
02
Luglio

La disciplina applicabile ad un lavoratore dipendente e/o socio affetto da tossicodipendenza o alcolismo (etilismo) è piuttosto datata, frammentata e articolata, prevedendo agevolazioni, soprattutto in termini di concessione di periodi di aspettativa (non retribuita) e/o sorveglianza, i quali sono disciplinati in modalità piuttosto mirata al recupero del soggetto dalle dipendenze, con estensione del supporto della famiglia.

camion

Peraltro, la disciplina legale può essere derogata dalla disciplina contrattuale collettiva, come nel caso del CCNL Assotrasporti che, di fatto, prevede una disciplina più stringente e severa.

 

La legge ha previsto poi che gli appartenenti alle categorie di lavoratori destinati a mansioni che comportano rischi per la sicurezza, l’incolumità e la salute dei terzi, individuate con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministro della sanità (vedi Intesa Stato Regioni 99/2007), sono sottoposti, a cura di strutture pubbliche nell’ambito del Servizio sanitario nazionale e a spese del datore del lavoro, ad accertamento di assenza di tossicodipendenza prima dell’assunzione in servizio e, successivamente, ad accertamenti periodici. 

 

Il settore dei trasporti, ovviamente, è uno di questi, considerato, sia sotto il profilo dell‘utenza trasportata (trasporto di persone), sia sotto il profilo del pericolo grave connesso alla guida di mezzi di trasporto, anche di cose, molto elevato nel caso di automezzi di grandi dimensioni.

I lavoratori tossicodipendenti assunti con contratto di lavoro a tempo indeterminato e i lavoratori familiari di tossicodipendenti possono fruire, in base al CCNL di riferimento di applicazione del relativo contratto di lavoro,  di un periodo di aspettativa non retribuita di durata massima pari a tre anni, al fine di partecipare a programmi di disintossicazione e/o riabilitazione presso i servizi sanitari delle AST (cfr. art. 124, d.p.r. 309/1990).

 

Segnatamente, i contratti collettivi dispongono che durante il periodo di aspettativa non decorre l‘anzianità di servizio e alcuni prevedono la non computabilità di tale periodo di aspettativa nella base di calcolo del TFR.

 

Il lavoratore che non completa il programma di riabilitazione durante il suddetto periodo di aspettativa, può richiedere un’ulteriore aspettativa, che, sommata al periodo precedente, non superi comunque i tre anni (Circ. Min. Lav. 164/1991). In assenza di dispo-sizioni legislative si può ritenere che il periodo di aspettativa per i familiari coincida con quello stabilito per il tossicodipendente.

 

Il lavoratore interessato all‘aspettativa deve far accertare lo stato di tossicodipendenza dal Servizio per le tossicodipendenze (SERT), istituito presso ciascuna AST (Circ. 164/1991, cit.).

 

I contratti collettivi stabiliscono, ove del caso, i termini entro cui il lavoratore deve comunicare all‘azienda di voler utilizzare il periodo di aspettativa ed il periodo entro il quale deve presentarsi al lavoro alla fine del congedo.

 

L‘art. 42 CCNL Assotrasporti prevede che il lavoratore dipendente o il socio lavoratore, assunto con contratto a tempo indeterminato, per il quale sia stato accertato dalle competenti autorità sanitarie lo stato di tossicodipendenza o etilismo e intenda accedere ai servizi di riabilitazione, ha diritto alla conservazione del posto per un tempo non superiore a dieci mesi, in caso di tossicodipendenza, e non superiore ai tre mesi in caso di etilismo. Tale assenza non dà diritto o titolo a nessun tipo di competenza, né economica, né normativa, né previdenziale. 

 

All‘evidenza, come accennato sopra, la disciplina del CCNL ricalca quella di legge, ma è più severa in quanto prevede una aspettativa di durata estremamente minore.

Articolo di Pasquale Dui tratto dal TN 3/2020 anno XXII

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Venerdì 21 febbraio 2020 si terrà l’inaugurazione del viadotto “Madonna del Monte” sulla A6 Torino-Savona, con conseguente riapertura al traffico il giorno seguente. A tre mesi dal crollo parziale, verificatosi il 24 novembre 2019 per via di una frana causata dal maltempo e dalla successiva riapertura alla circolazione con doppio senso di marcia sulla carreggiata “superstite”, l’autostrada che collega Liguria e Piemonte tornerà percorribile in entrambe le direzioni con quasi due settimane di anticipo sul termine dei lavori previsto.  
 
“Accogliamo con favore questa buona notizia, che rappresenta un ulteriore esempio di intervento puntuale e risolutivo per il ripristino della viabilità” afferma Secondo Sandiano, Presidente di Assotrasporti e Vicepresidente vicario di Eumove, auspicando che si possa procedere con questa celerità anche per gli altri lavori previsti sulla rete italiana, ad esempio come nel caso del viadotto Cerrano sulla A14.  
 
Riaperto a inizio mese, seppur con talune limitazioni, nella notte di oggi lunedì 17 e di martedì 18 febbraio 2020 il tratto compreso tra Atri Pineto e Pescara nord che comprende il viadotto Cerrano verrà completamente chiuso al traffico in direzione nord dalle 22:00 alle 6:00 per consentire le attività di verifica sulle cerniere del viadotto. Nelle notti seguenti, di mercoledì 19 e giovedì 20 febbraio 2020, sarà chiuso il tratto tra Pescara nord e Atri Pineto in direzione sud dalle 22:00 alle 6:00.  
 
Buone notizie anche dal fronte Anas per la SS 20 del Colle di Tenda in Piemonte, per la quale è prevista a breve la ripresa dei lavori per il raddoppio del tunnel che mette in comunicazione la provincia di Cuneo e la Francia, dopo quasi tre anni di fermo del cantiere. Il colle rappresenta un importante collegamento tra Piemonte e Liguria, attualmente penalizzato dall’esistenza di una sola galleria percorribile a senso alternato di marcia e dai divieti di transito per i veicoli pesanti italiani.  
 
Nonostante il plauso per il completamento di un’opera e l’avvio dei lavori di altri cantieri, non bisogna dimenticarsi dell’emergenza in corso che interessa ponti, strade, gallerie e ferrovie del resto d’Italia.  
 
“L’attenzione sullo stato di salute delle infrastrutture italiane deve restare alta” continua Sandiano. “La situazione è ancora molto delicata, non si è ancora fatto abbastanza per garantire la sicurezza di chi viaggi su strade e ferrovie”.  
 
Se l’Ansfisa, l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali, non è ancora pienamente operativa, viene da chiedersi chi si stia occupando di verificare l’integrità delle infrastrutture per garantire gli standard minimi di sicurezza.  
 
Per cercare di rispondere a queste domande Assotrasporti sta richiedendo alla Prefetture italiane di conoscere la situazione nel loro territorio di competenza.  
 
In seguito alla lettera inviata al Governo il 17 gennaio scorso, contenente la richiesta di emanazione dello stato di emergenza per far fronte alla precarietà del sistema viario e ferroviario italiano, Assotrasporti ed Eumove, rappresentante da Secondo Sandiano, hanno raccolto il sostegno di altre associazioni. Pertanto, insieme a Berlino Tazza, Presidente di Confederazione delle imprese e dei professionisti Sistema Impresa, Alfonso Riva, Presidente di FAI Federazione Autonoleggiatori Italiani Trasporto Persone, Tommaso Cerciello, Presidente di Confederazione Nazionale Piccole e Medie Imprese, Giovanni Cicero, Presidente di Valore Impresa, Alessandro Franco, direttore di Federterziario Genova e Renzo Erbisti, Presidente di Azione nel Trasporto Italiano e CTLE Confederazione del Trasporto e della Logistica in Europa, si ribadisce l’invito rivolto a tutti i cittadini, politici, associazioni, enti e imprese a partecipare attivamente alla campagna “Salva Vite” e dare il proprio contributo per trovare una soluzione efficace a questa grave emergenza: iscrivetevi al nuovo gruppo Facebook “Stato emergenza strade e ferrovie per prevenire crolli e morti” per dare i vostri suggerimenti e inviare segnalazioni. 
 
Non dimenticate di seguire gli sviluppi della proposta sulla pagina dedicata, sui social, Facebook e Twitter, e sulle riviste TN TrasportoNotizie e GM GenteinMovimento

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