Carrelli elevatori, dietrofront ministeriale sull'obbligo di immatricolazione |
Normativa |
2014 03 Febbraio |
Vi avevamo dato notizia la scorsa estate (leggete QUI) dell’introduzione dell’obbligo di immatricolazione per i carrelli elevatori, ai fini della circolazione anche breve e saltuaria su strada. Come prevedibile, il nuovo obbligo - reso noto da una Circolare del Ministero dei Trasporti del 10 giugno 2013 - ha sollevato un polverone di polemiche per via dei costi ingenti che le imprese avrebbero dovuto accollarsi per immatricolare i propri carrelli elevatori. Da qui la richiesta del Senatore Riccardo Mazzoni rivolta al Ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, in un’interrogazione a risposta orale dello scorso 26 novembre, di “intervenire urgentemente sulla materia al fine di ripristinare la situazione previgente alla circolare del 10 giugno 2013”. Nella seduta del 29 gennaio della 8a Commissione Lavori pubblici in Senato, il Sottosegretario ai Trasporti Rocco Girlanda ha dato risposta all’interrogazione. Prima ha ripercorso l’evoluzione delle disposizioni legislative e regolamentari in materia, dalla cui sovrapposizione è derivato il rischio, lamentato nell’interrogazione, che i carrelli elevatori debbano dotarsi di un certificato di immatricolazione per poter circolare su strada, anche per brevi e saltuari spostamenti. Poi, considerato il conseguente disagio per le aziende interessate, ha segnalato che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha provveduto a risolvere la questione con un’apposita norma, inserita nel Decreto-Legge n. 145 del 2013, attualmente in corso di conversione. Introducendo un comma 2-bis all’articolo 114 del Decreto legislativo n. 285 del 1992, la nuova norma esclude espressamente i carrelli elevatori dall’obbligo di immatricolazione per poter circolare su strada, quando circolino per brevi e saltuari spostamenti a vuoto o a carico. © TN - TRASPORTONOTIZIE Riproduzione riservata |