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No ai finanziamenti “a pioggia”, sì al rimborso accise sul gasolio PDF Stampa E-mail
Istituzioni
2013
05
Dicembre

È questa la posizione del Ministro Lupi e del Sottosegretario Girlanda, che emerge dall'intervista di TN - TRASPORTONOTIZIE.

Lupi GirlandaSono molte le novità che si stanno profilando in questo ultimo scorcio di 2013 per il settore dell’autotrasporto, di cui vi abbiamo dato notizia sulle pagine del nostro quotidiano online. Si va dalla riforma dell’Albo degli Autotrasportatori allo stanziamento dei fondi 2014 per le aziende di autotrasporto, alla questione del recupero accise sul carburante, di cui si è paventata la riduzione il prossimo anno. 

Noi di TN - TRASPORTONOTIZIE ci siamo rivolti al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi e al Sottosegretario ai Trasporti con delega all’autotrasporto, Rocco Girlanda, per conoscere più da vicino cosa riserverà l’anno nuovo agli autotrasportatoriPubblichiamo di seguito le risposte del Sottosegretario Girlanda, condivise con il portavoce del Ministro Lupi.

1. Ministro e Sottosegretario, nel 2014 saranno stanziati in favore dell’autotrasporto 70 milioni di euro in meno rispetto al 2013. Quali sono i capitoli di spesa che intendete incentivare maggiormente o rivedere?

È chiaro che, anche riguardo al settore dell’autotrasporto, è necessaria una razionalizzazione della spesa, conciliando il maggior livello di risparmio possibile per la finanza pubblica con il minor sacrificio per il settore. Lo stanziamento dei 330 milioni di euro per l’autotrasporto, quindi, rappresenta un importante segnale di attenzione da parte del Governo nei confronti del settore e, nell’attuale fase di crisi in cui si trova il Paese, costituisce il sintomo di quanto la politica comprenda il ruolo fondamentale che l’autotrasporto ricopre nell’ambito dell’economia nazionale.

È necessario, pertanto, superare la logica dei finanziamenti c.d. “a pioggia” che ha caratterizzato sino ad oggi l’erogazione dei contributi al settore, che finiscono per tradursi in una indifferenziata riduzione dei costi di esercizio delle imprese di autotrasporto. L’obiettivo, infatti, è quello di rendere strutturali le misure di sostegno a favore dell’autotrasporto, al fine di favorire interventi mirati e politiche di sviluppo a carattere pluriennale e, in tal modo, rendere il settore più competitivo a livello europeo. Tale risultato si ottiene anche attraverso la realizzazione di misure agevolative per le imprese che incoraggino un processo di aggregazione tra le stesse e pongano rimedio all’eccessiva frammentazione dell’offerta.

Per quanto riguarda la ripartizione dei fondi, in esito alla definitiva approvazione della Legge di Stabilità si procederà alla definizione del testo del Decreto ministeriale con il quale saranno individuate le priorità per il settore, le quali sostanzialmente saranno volte a migliorare il livello di sicurezza della circolazione (riduzione dei pedaggi autostradali, controlli, ecc.), a ridurre il costo del lavoro nonché ad elevare la professionalità delle imprese attraverso la destinazione di fondi per gli investimenti e la formazione professionale.

2. Veniamo alla riforma dell’Albo Autotrasportatori. Perché fissare per le associazioni di categoria nuovi requisiti di accesso al Comitato centrale e assegnargli nuove funzioni? Quali benefici attendete dal trasferimento della gestione degli albi dalle Province agli uffici periferici del MIT?

La modifica dei requisiti per la partecipazione al Comitato Centrale per l’Albo degli autotrasportatori è finalizzata a valorizzare l’Organismo e a migliorare il livello di rappresentatività delle Associazioni di categoria, di particolare rilievo anche in funzione delle accresciute competenze dell’Organismo.

La disposizione relativa ai criteri a cui attenersi ai fini del rinnovo dei componenti degli organi del Comitato centrale dell’Albo degli autotrasportatori, non solo risolve problemi interpretativi che deriverebbero - a normativa precedente - in fase di rinnovo dei componenti in seguito all’abolizione della Consulta Generale per l’autotrasporto e la logistica, evitando anche il possibile ricorso a contenziosi, ma soprattutto rende più incisiva e rappresentativa la presenta delle Associazioni di categoria.

In ogni caso, la nuova disciplina dettata dalla Legge di Stabilità appare in linea con l’accresciuta autorevolezza dell’Organismo, determinata dalle nuove competenze attribuite allo stesso, relative alle funzioni di controllo di regolarità dell’esercizio dell’attività di autotrasporto, da attuare mediante controlli sulle imprese tramite l’incrocio dei dati tra il CED della Motorizzazione, l’INPS, l’INAIL e le Camere di Commercio.

Le modifiche, inoltre, dettate dalla Legge di Stabilità in ordine al trasferimento della gestione degli albi provinciali in capo agli uffici periferici del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti - già titolari della competenza sul rilascio delle autorizzazioni all’esercizio dell’autotrasporto - razionalizza e semplifica le procedure per il rilascio dei titoli di accesso alla professione, nell’ottica di una riduzione degli adempimenti e dei costi in capo alle imprese e di una uniforme applicazione a livello nazionale della disciplina di settore. Sin dal 1998, infatti, anno in cui sono state trasferite alle Province le suddette funzioni, sono costantemente emersi grossi problemi interpretativi che non sempre hanno trovato una definitiva soluzione. Infatti, l’autonomia che l’ordinamento conferisce alle amministrazioni provinciali ha spinto tali enti ad istituire prassi differenti da provincia a provincia, determinando così una frammentazione della disciplina di settore che spesso ha rappresentato un grosso ostacolo per le imprese.

3. Dopo l’iniziale annuncio di ridurre gli stanziamenti per il rimborso delle accise sul gasolio, è confermato che il prossimo anno non ci saranno tagli per gli autotrasportatori...

Il taglio sul rimborso delle accise sui carburanti, lungi dal determinare un risparmio per la finanza pubblica in ragione della forte componente fiscale che grava su di essi, avrebbe rappresentato un danno di enorme entità per le imprese nazionali, di per sé già gravate da un sistema di costi che nel nostro paese si presenta sicuramente meno competitivo rispetto ad altri paesi dell’UE.

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