Sopravviviamo perché siamo riusciti a diversificare il nostro servizio, adattandoci alle diverse esigenze della committenza. Se prima lavoravamo con sole motrici da 60 quintali, oggi l’azienda conta mezzi di dimensioni e pesi diversi, dal furgone all’autotreno. Anche la specializzazione ADR ci è stata utile, consentendoci di servire le imprese chimiche, dopo la crisi del settore tessile. Però, i problemi che affrontiamo ogni giorno restano molti, a cominciare dai tempi dei pagamenti e dalla scarsa collaborazione degli istituti bancari. Da una parte, i tempi di pagamento sono troppo lunghi, dall’altra non siamo sostenuti in alcun modo dalle banche nei periodi di scarso lavoro, come quello che stiamo vivendo. Credo poco anche alle associazioni di categoria. Dalla strada all’associazione c’è troppa distanza, senza contare che quando ci si organizza per scendere in strada, siamo additati da tutti come terroristi. Riuscire a fare un cartello credo sarebbe l’unica nostra difesa. Alla mia impresa non manca certo la volontà di fare. Ciò che purtroppo manca è il lavoro. Il problema di fondo è che si fa troppa “fantaeconomia”, guardando al saliscendi delle borse, senza badare all’economia reale. Il mercato si sta riducendo ai minimi termini. Viaggiando nelle zone industriali del Milanese e del Varese, è triste vedere capannoni abbandonati, ditte con enormi parcheggi ormai vuoti. E in quelle rimaste attive, quando arriviamo a scaricare le merci, non avvertiamo il fermento di sei o sette anni fa. In più, le imprese della zona che sto servendo vendono sempre di più all’estero, rivolgendosi soprattutto ai mercati di Brasile, Argentina e Cina. Per la mia azienda, che trasporta merci sino alle Regioni limitrofe, si riducono così le commesse. Altra nota dolente è il caro gasolio, a causa del quale abbiamo dovuto rinunciare a molti viaggi. Credo che un intervento concreto capace di dare un segnale immediato per la ripresa del settore sia l’introduzione del gasolio professionale, che ci tuteli al di là delle continue oscillazioni del prezzo alla pompa. I rimborsi trimestrali delle accise sul gasolio non bastano certo quando il gasolio in cinque anni è raddoppiato! Infine, il lavoro che ci rimane è difficilmente pianificabile. Se fino a qualche anno fa potevamo permetterci di programmare l’impegno degli autisti con un certo anticipo, oggigiorno, quando ci viene richiesto un trasporto, dobbiamo dare una risposta nell’immediato. In caso contrario, l’impresa committente si rivolge ad uno dei tantissimi padroncini sul mercato. La situazione è paradossale: mentre noi siamo costretti a decidere in brevissimo tempo i trasporti da effettuare, chi deve decidere per noi dall’alto, ad un mese dal voto, non ha neppure formato un governo. |
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