Aziende di autotrasporto in profonda crisi La mia sensazione è che l’attuale crisi del settore autotrasporto, che è il collante tra produzione e distribuzione e il termometro dell’economia, non faccia che peggiorare con l’avanzare delle settimane e dei mesi. La mancanza generale di liquidità incide direttamente sul nostro lavoro perché la conseguenza principale è l’assenza del prodotto da trasportare. Anche il magazzinaggio non è più conveniente, in quanto i costi di gestione sono diventati troppo elevati da sopportare. L’unico risultato possibile è la chiusura di molte aziende, incapaci di affrontare le spese minime della loro attività. Per non essere sopraffatta dalla crisi, la nostra cooperativa ha dovuto subire dei ridimensionamenti puntando anche sulla polivalenza dei servizi. Questa è stata la nostra fortuna, perché ha permesso ai nostri mezzi di restare operativi. Dall’andamento di questi ultimi quattro anni abbiamo notato con inquietudine che la crisi ha colpito non solo il trasporto di merci come ceramica e materiali per l’edilizia, ma soprattutto l’alimentare. Tra i nostri clienti, i produttori di cereali e mais hanno subito cali di produzione tra il 15 e il 20%. La nostra cooperativa resta in piedi a fatica Il vantaggio principale della nostra cooperativa è rappresentato dai padroncini, di cui è composta al 70%. Ma basta guardare alle aziende che hanno dei dipendenti per capire quanto il loro mantenimento strozzi l’utile di una società di autotrasporto. Anche se siamo riusciti ad ammortizzare le conseguenze della crisi, la nostra cooperativa sta cominciando a pagare un peso troppo oneroso da sopportare. Costi di gestione e tasse eccessivi Ad incidere principalmente sulle aziende di autotrasporto sono il costo del lavoro, il gasolio, il finanziamento dei mezzi e delle autostrade. Un esempio. Il mantenimento di un autista di linea internazionale pesa per le tasche di un’azienda all’incirca tra i 50 e i 60 mila euro l’anno senza contare tredicesime, ferie e mutui. La tassazione nel nostro settore rende il nostro lavoro molto soffocante. I livelli di tassazione attuale si aggirano attorno al 55%, naturalmente escludendo le imposte indirette. Se includiamo queste ultime rileviamo un totale di circa il 70%. Un esempio di tassa che condiziona in modo rilevante la nostra attività è quella delle accise sui carburanti ma un cambiamento significativo potrebbe essere fatto attraverso l’introduzione di un gasolio professionale. Un provvedimento del genere potrebbe significare un risparmio significativo per la nostra categoria e una normativa di questo tipo completerebbe ciò che non è stato attentamente valutato in passato. Purtroppo queste sovvenzioni sono stati considerate dall’Unione Europea come un aiuto di Stato nei confronti della categoria e di conseguenza una penalizzazione nei confronti della concorrenza francese e tedesca. Concorrenza estera sleale A tutto ciò si aggiunge la concorrenza sleale delle società dell’Est europeo che usufruiscono di manodopera a basso costo per essere più competitive sul mercato. Tutto ciò non fa altro che peggiorare la situazione. Una fetta di mercato preferisce ancora il servizio offerto dalle compagnie di trasporto nazionali, più puntuali e affidabili rispetto a quelle straniere. Ma l’entrata in scena di queste ultime ha completamente sconvolto lo scenario futuro dell’intero settore. Istituzioni lontane Le Istituzioni si sono rivelate distanti, anche perché notiamo uno spreco di risorse nello stanziamento dei fondi destinati al mantenimento delle nostre attività. Dei 400 milioni stanziati, ben 24 sono stati destinati ai corsi di sicurezza mentre sarebbero stati più utili all’abbattimento delle accise sul carburante. |
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il mio parere e' che se si rispettassero le tariffe di legge (almeno quelle) "i cosiddetti costi minimi " che comunque sono delle tariffe con le quali si coprono a malapena le spese di gestione di un'azienda, sarebbe gia' qualcosa.. il fatto e' che , nella realta', la maggior parte delle PMI lavorano molto al di sotto di tali tariffe,perchè costrette, per poi arrivare al punto di chiudere rendendosi conto di aver lavorato gratis o addirittura mettendoci soldi propri per andare avanti... non ci sono controlli severi per questo, nonostante ora ci sia una legge che ne obbliga rispetto.... dal momento che tutti rispetteranno almeno le tariffe di legge e che ci saranno i controlli richiesti e necessari, anche il cabotaggio sara' un ricordo e scegliere una azienda estera o italiana per i propri trasporti sara' solo una questione di " simpatia" e di "fiducia" e non piu' di "convenienza per il prezzo piu' basso".... Saluti
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