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Recovery plan, ma la sicurezza stradale c’è? PDF Stampa E-mail
2021
13
Aprile

Sono sincero, ho letto piuttosto velocemente le 179 pagine del testo del Recovery plan, ho poi un po’ arricchito le mie informazioni come voi sulla stampa.

polizia-controlli

E ho letto come tutti il balletto delle voci contenute nel documento con le varie poste su sanità, scuola, digitale, infrastrutture, lavoro, sud, transizione ecologica, rivoluzione verde ecc.

Io ho visto solo fugaci cenni per altro vaghi sul tema della sicurezza e niente sulla sicurezza stradale in particolare, salvo qualche riferimento indiretto sulle strutture stradali (vedere l’elenco sotto). Quindi le cose vanno già bene così? Non mi sembra.

Spero che su questo aspetto non abbia pesato il fatto che il Ministro dell’Interno non è un politico incasellato in uno dei partiti di governo, ma un valido ed esperto tecnico, però senza una specifica maglia politica.

Eppure gli organici delle forze di polizia sono sotto stress per le decine di migliaia di pensionamenti degli anni scorsi e quelli che ci saranno nei prossimi due anni fra le forze dell’ordine dello Stato e le polizie locali.

Le età medie in molti reparti sfiorano quota 50 anni. C’è nel Recovery plan un generico riferimento alla “creazione di una modalità digitale per il reclutamento di personale nella P.A. che consenta maggior rapidità nelle procedure”. Insomma ne ricavo la sensazione che il covid abbia trascurato il tema sicurezza e posto una sorta di pietra tombale anche sulla sicurezza stradale.

I dati del 2020 ci parlano di un ripiegamento temporaneo della sinistrosità e della mortalità sulle strade, ma questo grazie solo ai lunghi periodi di lockdown e la circolazione a libertà limitata nel corso di molti mesi dell’anno.

Comunque gli Osservatori ASAPS ci raccontano che nel 2020 sono morti centinaia di motociclisti sulle strade, 167 solo nei 13 fine settimana estivi con la circolazione in quel periodo pressoché libera, anche 39 bambini sono deceduti sulle strade (40 nel 2019).

E poi 240 pedoni (dato provvisorio) hanno perso la vita travolti sull’asfalto, in forte calo rispetto all’anno precedente ma sempre tanti. Si pensi che 5 pedoni sono morti anche in aprile il mese del lockdown totale.

E nel 2021? Già 10 pedoni e diversi ciclisti sono morti nei primi 11 giorni di gennaio.

Ecco per questo sono piuttosto stupito di non aver sentito un solo sospiro o un lamento sul tema della sicurezza e quella stradale in particolare se non altro per prevedere un potenziamento degli arruolamenti per un ripianamento degli organici che saranno decimati entro il 2023, un potenziamento dei mezzi in dotazione e per quelli specialistici per le forze di polizia, per il vestiario, e per interrompere il progetto di chiusura per la “razionalizzazione” di numerosi reparti (non più “strategici”) della Polizia Stradale, posizionati sulle strade statali, quelle più pericolose.

Ma se non si sfrutta questa enorme massa di euro che arriverà, quando mai un Paese che si dice attento alla sicurezza dei propri cittadini, potrà più realizzare un vero piano “Marshall” per la sicurezza stradale?

La sicurezza nel Recovery Plan

Di seguito l'elenco delle voci prensente nel Recovery Plan che richiamano più o meno direttamente la sicurezza:

  • pagina 20 - Missione 3 - “la previsione di messa in sicu-rezza e monitoraggio di viadotti e ponti stradali”;
  • pagina 31 - il grafico - allocazione di risorse per le infrastrutture e la mobilità;
  • pagina 42 - digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e velocizzazione dei tempi della giustizia;
  • pagina 46 - creazione di una piattaforma per le notifiche digitali;
  • pagina 47 - creazione di una modalità digitale per il reclutamento di personale nella P.A. che consenta maggior rapidità nelle procedure;
  • pagina 52 - riforma del processo civile;
  • pagina 55 - riforma del processo penale;
  • pagina 83 - trasporti locali e ciclovie, mobilità sostenibile;
  • pagina 95 - Infrastrutture per una mobilità sostenibile (interessante);
  • pagina 97 - Manutenzione stradale 4.0 (interessante).

Articolo di Giordano Biserni tratto dal TN 2/2021 anno XXIII

© TN Trasportonotizie - Riproduzione riservata

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