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Costi di esercizio, il parere dell'AGCM PDF Stampa E-mail
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2017
07
Aprile

L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) si è espressa sulla questione dei costi di esercizio.

Camion6L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) si è pronunciata ancora una volta sulla questione legata ai costi di esercizio dell’autotrasporto, pubblicati mensilmente dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

L’AGCM è intervenuta rispondendo ad una richiesta di parere avanzata proprio dal MIT, attraverso la quale il Ministero intendeva tornare a pubblicare i valori di riferimento dei costi di esercizio (essi infatti erano stati sospesi proprio per adeguarsi al parere già una volta espresso dall’Autorità).

Tale parere è stato pubblicato sul Bollettino n.10 del 20 marzo scorso.

Anche stavolta viene ribadito il medesimo concetto del 22 aprile 2015: la pubblicazione di valori indicativi di riferimento ha una natura restrittiva nei confronti della concorrenza, a prescindere che ciò faccia seguito ad una determinazione di un’amministrazione nazionale o di un organismo composto da rappresentanti degli operatori economici.

Questo perché la ripubblicazione dei valori dei costi indicativi di esercizio rischierebbe di condizionare la libera contrattazione tra le parti, con conseguente tendenziale allineamento dei prezzi dei servizi di autotrasporto verso l’alto. Peraltro senza che il MIT abbia ancora chiarito il legame tra le esigenze di sicurezza che si intenderebbero tutelare e la pubblicazione dettagliata di valori per ciascuna componente dei costi di esercizio.

A questo proposito l’autorità richiama la sentenza della Corte di Giustizia del settembre 2014, dove si evidenziava l’esistenza di strumenti per la tutela della sicurezza stradale estremamente più efficaci, nonché meno restrittivi della concorrenza. Alcuni esempi? La durata massima settimanale del lavoro, le pause, i riposi, il lavoro notturno, il controllo tecnico degli autoveicoli, etc.).

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato invita dunque il MIT a non riproporre tali valori e auspica che codesto Ministero, nell’esercizio delle proprie prerogative volte alla tutela di obiettivi di interesse pubblico come la sicurezza stradale, svolga tali funzioni individuando modalità idonee a incidere il meno possibile sul corretto funzionamento delle dinamiche concorrenziali e di mercato.

© TN Trasportonotizie - Riproduzione riservata 

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