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Brennero, blocco sempre più vicino PDF Stampa E-mail
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2016
03
Maggio

La chiusura al Brennero non sembra più un'utopia e l'autotrasporto italiano rischia di subire ingenti danni economici.

BrenneroCome vi avevamo anticipato, l’Austria fa sul serio e per salvaguardare i propri confini dall’ondata di migranti in entrata, ha avviato le operazioni lungo il valico del Brennero per erigere una barriera alla frontiera con l’Italia e rendere i controlli più stringenti.

Il messaggio è chiaro: come ha dichiarato il Ministro dell’Interno austriaco Johanna Mikl Leitner, “l’Italia non può contare che il Brennero resti aperto, in caso di flussi incontrollati di migranti”.

Secondo indiscrezioni, le verifiche sui mezzi in transito - pesanti e leggeri - potrebbero partire a fine maggio.

La sospensione dell’area Schengen voluta dall’Austria avrà ricadute pesantissime per l’autotrasporto italiano.

Il muro al Brennero è innanzitutto un danno all’export italiano, ai prodotti Made in Italy, che passeranno la frontiera italo-austriaca con sempre maggiori difficoltà.

Si formeranno code per via della reintroduzione dei controlli alla frontiera, si accumuleranno ritardi nella consegna delle merci, il che gonfierà inevitabilmente il costo di trasporto.

La conseguenza più immediata sarà che i mercati del Nord Europa ripiegheranno sulle merci prodotte altrove, in grado di raggiungerli in minor tempo e a prezzo inferiore.

Il tutto con un danno gravissimo per i nostri produttori di beni destinati all’estero. La crisi, inevitabilmente, si ripercuoterà sugli autotrasportatori italiani, che resteranno senza merci da veicolare oltre confine.

E mentre i prodotti italiani faranno sempre più fatica a uscire dai nostri confini, il flusso delle merci in entrata non rallenterà.

Anzi, i vettori esteri saranno liberi di passare il Brennero in direzione Italia, dove potranno circolare liberamente, il più delle volte - come ben sappiamo - senza essere soggetti ai necessari controlli su revisione, assicurazioni, cabotaggio, documenti di viaggio, ecc.

In altre parole, i trasportatori italiani rischiano di perdere non soltanto la nicchia del trasporto internazionale, ma anche la propria competitività sul territorio nazionale, costretti a soccombere di fronte alla concorrenza estera sleale e all’imperante dumping sociale.

Senza contare che, se da un lato (dall’Italia, direzione Austria) le verifiche sugli automezzi saranno rigorosi, dall’altro (dall’Austria, direzione Italia) non saranno effettuati. I mezzi con a bordo eventuali migranti o armi non saranno soggetti a controllo e proprio questa circostanza potrebbe indurli a spostarsi nel nostro Paese, là dove tutto “è più facile”.

Il che equivale ad un potenziale rischio in più per la sicurezza di tutti noi cittadini.

Cosa fare? Mentre il mondo politico italiano resta a guardare, le associazioni di categoria chiedono interventi concreti.

Assotrasporti, in particolare, dice a gran voce “no” a blocchi e barriere e “sì” a più controlli stradali disseminati sull’intero territorio nazionale, che coinvolgano non soltanto i trasportatori italiani ma anche, in almeno pari numero, gli stranieri.

È quanto Assotrasporti chiede da mesi al Governo. Una richiesta, questa, che a fine aprile ha portato anche all’attenzione del neo Sottosegretario ai trasporti Simona Vicari.

E il 2 maggio alla trasmissione TV “Quinta Colonna”, in diretta dal Brennero c’era anche Assotrasporti a rappresentare e difendere gli autotrasportatori italiani, minacciati dal blocco austriaco del tunnel di frontiera.

Il mondo politico - a detta dell’associazione - è avvisato: non c’è più tempo per perder tempo!

 

Fonte: Assotrasporti

© TN Trasportonotizie - Riproduzione riservata

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