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Assotrasporti chiede al 2015 risultati e trasparenza per gli autotrasportatori PDF Stampa E-mail
Normativa
2014
23
Dicembre

L’autotrasporto è in fermento per l’approvazione della Legge di Stabilità 2015 che ridefinisce la disciplina del trasporto su gomma. Ma è vera rivoluzione?

Camion8È quanto si domanda il gruppo di associazioni che in quest’ultimo anno ha combattuto per tutelare la piccola e media azienda di autotrasporto, protagonista dimenticata da chi dovrebbe difenderne gli interessi.

Il maxi emendamento di riforma dell’autotrasporto inserito nella Legge di Stabilità 2015 diventerà operativo da gennaio 2015 e porterà diversi cambiamenti nel mondo dell’autotrasporto. Assotrasporti, Azione nel Trasporto Italiano, Cepi-Uci e Un.i.coop Trasporti avevano plaudito alcune delle proposte avanzate quali ad esempio l’eliminazione della scheda di trasporto - inutile adempimento oneroso per le aziende - e la maggiore responsabilizzazione della committenza.

Tuttavia, le associazioni con Assotrasporti capofila ribadiscono con fermezza l’assoluta necessità di rendere operative le ulteriori proposte inserite nella loro piattaforma programmatica, un programma composto con e per le aziende di autotrasporto durante le assemblee avvenute sul territorio.

Ad esempio, circa i limiti alla subvezione risulta necessario attuare il secondo punto della piattaforma Assotrasporti e ATI riguardante la regolamentazione degli intermediari nel trasporto. Infatti solo l’attivazione di una sezione ad hoc all’interno dell’Albo può dare la certezza di una equa mediazione grazie alla tariffa fissa e responsabilizzerebbe l’intermediario sulla verifica della documentazione del trasporto e del vettore.

Nello spirito collaborativo che le contraddistingue, le associazioni si soffermano inoltre sulla richiesta di maggiore tutela per il vettore, dopo la “rivisitazione” della disciplina sui costi minimi. Allo scopo la camera di compensazione proposta dall’On. Ivan Catalano può essere concretamente la soluzione a riguardo e più in generale per la ripresa del comparto.

Manca tuttavia un tassello fondamentale per attuare il reale cambiamento: la rivoluzione non può essere messa in atto se le aziende di autotrasporto non sono tutelate dai loro rappresentanti.

Tra le principali battaglie intraprese in questi ultimi anni spicca infatti la richiesta di trasparenza sia del Governo sia delle associazioni di stampo tradizionale.

Quante delle 140.000 aziende di autotrasporto sono rappresentate dalle 9 associazioni interne al Comitato centrale dell’Albo? Nell’interesse degli autotrasportatori i dati devono essere resi pubblici e la carenza della rappresentatività delle “grandi” associazioni non può continuare ad essere camuffata dalla non divulgazione degli stessi.

Il gruppo di associazioni, Assotrasporti in primis, ha da sempre sostenuto con limpidezza e chiarezza la necessità di riportare al centro l’autotrasportatore, categoria dimenticata in qualche cassetto nelle stanze del potere.  Il percorso lineare di Assotrasporti e ATI - che hanno raggruppato sul territorio tutte le realtà, ascoltandole e portando avanti le esigenze dei "veri" trasportatori - è la sola soluzione vincente per la ripresa. Del resto lo stesso presidente di Confartigianato Trasporti Amedeo Genedani, in riferimento all’ultima manovra finanziaria, dichiara che “centinaia di migliaia di imprese dell'autotrasporto e dei loro dipendenti purtroppo proveranno sulla loro pelle la conseguenza dell'incapacità della sua rappresentanza sindacale”.

Basta a nascondersi dietro le parole, stop ai cambi di casacche tra vettori e committenza: l’augurio di Assotrasporti e ATI per il 2015 è di una reale rappresentanza per la piccola e media azienda di autotrasporto, sempre più carne da macello.

(Fonte: Assotrasporti)

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