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Autotrasporto siciliano diviso sullo sciopero dell’11 marzo PDF Stampa E-mail
Cronaca
2013
08
Marzo

È stato confermato per lunedì 11 marzo lo sciopero degli autotrasportatori annunciato dal Movimento dei Forconi guidato da Mariano Ferro e dall'Associazione imprese autotrasportatori siciliani (AIAS) di Giuseppe Richichi.

Sciopero SiciliaL'azione di protesta contro le "difficoltà delle imprese e il collasso dell'intera economia siciliana" prenderà avvio dopo la mezzanotte di domenica 10 marzo e consisterà nell’attivazione di presidi in tutte le province siciliane.

“I nostri presidi - ha spiegato Ferro - che allestiremo da lunedì 11 marzo in tutte le province della Sicilia, avranno inizialmente solo una connotazione informativa: faremo volantinaggio, parleremo con chi vorrà ascoltarci. Per quindici giorni andremo avanti così, per dare il tempo alla politica nazionale e regionale di dare risposte concrete a domande sempre più connotate dal dramma del bisogno. Ma se entro fine mese queste risposte, certe, concrete e subito esigibili, non arriveranno, allora la musica cambierà”.

Tuttavia, il fronte dell’autotrasporto siciliano non si presenterà unito al fermo: fatta eccezione per i Forconi e per l’AIAS, non aderiranno allo sciopero le altre associazioni di categoria attive sull’isola.

Infatti, pur condividendo i motivi della protesta, la maggior parte delle associazioni locali ritiene che il momento non sia adatto per attuare un fermo, data l’assenza di interlocutore istituzionale cui avanzare richieste. Il rischio, insomma, è di creare un caos inutile, oltre che dannoso alla già provata economia siciliana. Le associazioni prediligerebbero il rinvio del fermo, una volta che sia divenuto operativo il nuovo Governo nazionale.

Il direttore di Confesercenti Catania, Salvo Politino, ha rivolto un appello alla Prefettura e alle Forze dell’ordine per fermare la manifestazione.

Secondo Politino, “tre giorni di blocco sarebbero deleteri per l’economia siciliana già in ginocchio e, in particolare, per il settore ortofrutticolo che pagherebbe i costi più alti a causa della deperibilità dei prodotti agricoli. Seppur legittima qualunque protesta, risultato del crescente malcontento nel Paese, riteniamo assurdo bloccare una Regione e il suo settore produttivo per manifestare le proprie idee. Lanciamo dunque un appello ai Forconi chiedendo di fare un passo indietro e alle autorità competenti di intervenire”.

© TN - TRASPORTONOTIZIE  Riproduzione riservata

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