Sono preoccupanti i dati emersi da uno studio condotto dall'UNRAE sull'autotrasporto italiano e sulla conseguente delocalizzazione all'estero di imprese nostrane.

È quanto affermato dall'UNRAE (l'Associazione dei Costruttori esteri) durante una conferenza stampa della sezione veicoli industriale, tenutasi lo scorso 30 marzo a Modena.

Per far luce sulle condizioni economiche in un cui versa il settore trasportistico itlaliano, è stata presentata una ricerca realizzata da GiPA Italia dal titolo “L’esodo dell’autotrasporto dall’Italia e l’impatto sull’economia della filiera”, illustrata dal Direttore Generale Marc Aguettaz.

Tra i dati più allarmanti la perdita di 9 punti del PIL nei 5 anni d'analisi (2008-2013), durante il quali la percorrenza dei veicoli delle flotte italiane è calata del 25%, il trasporto di merce su strada si è ridotto del 35% mentre il consumo di carburante segue il trend negativo con un -37%.

Il risultato è una perdita di posti di lavoro di quasi 200.000 unità, con un'incidenza maggiore nelle aziende con flotte con più di 6 veicoli.

Tale crisi generalizzata ha portato all'incremento del fenomeno della delocalizzazione, con la conseguente perdita di competitività per il settore e una diminizione delle entrate per lo Stato italiano. I veicoli "esodati" all'estero sono stati 26.000 e le perdite totali complessive tra il 2008 e il 2013 ammontano a 10,4 miliardi di euro.

Le proposte dell'Associazione UNRAE per risolvere questo endemico problema sono l'attuazione di un processo di defiscalizzazione dell'autotrasporto allineata agli altri Paesi dell’Europa, in particolare dell’Est (fiscalità diretta, indiretta e sul lavoro), una proposta di un salario minimo armonizzato a livello europeo e la liberalizzazione noleggio senza conducente per veicoli trasporto merci con massa superiore alle 6t.

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