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Lupi si dimette. Scatta il toto-nomi per il nuovo Ministro dei trasporti PDF Stampa E-mail
Istituzioni
2015
20
Marzo

Il Ministro dei trasporti Maurizio Lupi si dimetterà a breve, ufficializzando l’addio nel corso dell’informativa alla Camera iniziata alle ore 11. A chi andrà il seggio vacante?

Lupi Ministro TrasportiLa notizia è giunta ieri. Per mettere a tacere gli scandali giudiziari che lo hanno coinvolto nelle ultime settimane nell’inchiesta sugli appalti per le grandi opere e sulle presunte raccomandazioni in favore del figlio, il Ministro Lupi ha deciso di rassegnare le proprie dimissioni.

Assediato dai renziani, alleati di coalizione, il Ministro alfaniano ha ceduto e, pur dicendosi innocente ed estraneo ai fatti di cui è accusato, ha fatto un passo indietro.

“Una scelta saggia per sé, per il Nuovo Centrodestra, per il Governo”, l’ha definita il Presidente del Consiglio Matteo Renzi.

Di certo determinante è stata la concreta possibilità di una sfiducia in Parlamento ventilata proprio dal Premier, che ha fatto sapere di non poter garantire il no dei gruppi PD alla mozione di sfiducia delle opposizioni. Un’opzione da scongiurare non solo per Lupi ma anche per la tenuta dell’intero Esecutivo, argomento al quale il Nuovo Centrodestra di Alfano non poteva restare indifferente.

I malumori intorno a Lupi si sono fatti pesanti nella giornata di ieri, quando è apparso chiaro che non solo le minoranze in Parlamento e quelle interne al PD (Cuperlo in primis), ma anche molti tra le fila renziane avrebbero fatto pressing per invocarne le dimissioni.

Ora che la decisione è presa, già si pensa al “dopo-Lupi”. Quale sarà la prossima mossa del Governo Renzi? La scelta del nuovo Ministro rischia di incrinare i delicati equilibri di alleanza con il nuovo Centrodestra, sempre più in subbuglio, e di indebolire l’immagine del Governo, già fragile nei numeri al Senato.

Peserebbe certamente sui rapporti interni alla coalizione di Governo PD-NCD la scelta di un Ministro renziano per un Dicastero di enorme peso quale è quello delle infrastrutture e dei trasporti, soprattutto nei mesi dell’Expo, periodo di grandi appuntamenti, cantieri, investimenti e opere pubbliche, con gli occhi del mondo che ci punteranno addosso.

Il toto-nomi si è scatenato: da persone di fiducia del Premier, quali Graziano Delrio, Luca Lotti e Debora Serracchiani - una scelta, quest’ultima, che riequilibrerebbe la presenza femminile nelle fila del Governo - a personalità del calibro di Raffaele Cantone, magistrato e presidente dell’Autorità anticorruzione, Mauro Moretti, attuale amministratore delegato di Finmeccanica ed ex AD delle Ferrovie, e Andrea Guerra, ex AD di Luxottica. 

Vero è che il PD dovrà trattare con il NCD: non potrebbe restare in piedi la coalizione con un Esecutivo dominato esclusivamente dai colori del Partito di Renzi. Quest’ultimo potrebbe, dunque, decidere di accontentare Alfano affidando ad uno dei suoi - si fa il nome di Gaetano Quagliariello - il Ministero degli affari regionali (vacante da gennaio, in seguito alle dimissioni di Maria Carmela Lanzetta), benché di rilievo assai minore rispetto a quello delle infrastrutture e dei trasporti.

Altra opzione potrebbe essere una divisione del Ministero in due, infrastrutture da un lato e trasporti dall’altro, da assegnare uno al PD e l’altro al NCD. Un aumento dei Dicasteri che, però, moltiplicherebbe i costi...

Altra ipotesi ventilata è quella di un Premier che rivesta il ruolo di Ministro ad interim per le infrastrutture e i trasporti, almeno fino all’inaugurazione di Expo 2015 e alle prossime elezioni regionali.

Non resta che attendere le prossime ore per capire come si muoverà il Governo per superare l’impasse, che non ha certamente giovato alla sua solidità.

© TN Trasportonotizie - Riproduzione riservata 

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