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L'ultimo viaggio della Costa Concordia PDF Stampa E-mail
Cronaca
2014
04
Agosto

La Costa Concordia viene alata nel bacino di carenaggio di Sestri Ponente. E’ terminato il suo ultimo viaggio. 

ConcordiaDomenica 27 Liglio i piloti del porto di Genova sono saliti a bordo della Costa Concordia. In poco più di un'ora viene effettuato l'aggancio con otto rimorchiatori. Ad accogliere il relitto al porto di Prà Voltri anche il premier Matteo Renzi ed il capo della Protezione Civile Gabrielli,  l’attracco si è concluso alle 16.

La Concordia e Genova si ritrovano al termine di un lungo corteo funebre che ha percorso i suoi ultimi chilometri tra tuoni, lampi e schizzi di pioggia. È tornata a morire dove è nata, la nave; e forse é giusto così. La Concordia era uscita 9 anni fa dai cantieri di Sestri Ponente luccicante come una pietra preziosa; tra poche ore entrerà nel porto di Pra-Voltri sporca di fango e malandata. E’ entrata in porto senza più un’anima, tenuta a galla da quegli enormi cassoni d’acciaio chiamati “sponson”, che altro non sono che la trasfigurazione ingegneristica di becchini che portano una bara. 

Ci sono voluti 924 giorni per vederla di nuovo qui, grazie all’ingegno e alla competenza di una squadra composta da aziende private e, incredibile a dirsi, dallo Stato, che una cosa sola aveva giurato: fare qualcosa di impensabile per dimostrare che questo Paese ha sì i suoi Schettino ma è pur sempre la patria di Leonardo Da Vinci. Liberare il Giglio da quel gigante adagiato contro gli scogli senza contaminare per sempre quel paradiso, ridare dignità ad un paese preso a sberle da mezzo mondo dopo la bravata del comandante e la morte di 32 persone che hanno avuto l’unica colpa di volersi prendere una settimana di vacanza. Ci vorrà un po’ per capire fino in fondo l’impresa che il grande regista di questa operazione, Nick Sloane ha compiuto grazie all’aiuto di una squadra eccezionale. Un’impresa realizzata da un gruppo fantastico che dimostra che gli italiani quando vogliono sanno raggiungere traguardi straordinari. 

Concordia2Oggi, invece, bisogna parlare di lei,  di quella nave che non è più una nave ma la metafora di chi non ci sta a lasciarsi morire senza l’ultimo scatto d’orgoglio. Perché questo è stato, l’ultimo viaggio. Un camminare a testa alta lungo 180 miglia, un tornare a sferzare il vento e a rompere le onde con quella prua tirata su a tutti i costi. Ci hanno provato anche i francesi, a fermarla, schierando le navi e un ministro a protezione delle loro coste, ma lei non li ha degnati neanche di uno sguardo. Ci ha provato la natura, scatenando nella notte un temporale pieno di lampi, fulmini, vento di scirocco e onde alte due metri; la Concordia ha proseguito come se nulla fosse, solo rallentando un po’ l’andatura come fa all’ultimo chilometro il maratoneta ormai sicuro di vincere.

Così, quando la tramontana spazza via le nuvole, davanti alla nave compare prima il profilo verde della Liguria e poi, alle 16.00, l’inconfondibile linea stretta e lunga della città l’ha accolta. “Chi guarda Genova”  cantava Ivano Fossati  “sappia che Genova si vede solo dal mare, quindi non stia lì ad aspettarsi qualcosa qualche cosa di più”. La Concordia l’ha vista proprio da lì e davvero in pochi ci credevano. Ora si può anche scrivere la parola fine, alla storia della Concordia, ma non alla grandi opere degli italiani operosi.

Roberto Gianusso

 

 

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